SEUL CONTRE TOUS [SubITA]

Titolo originale: Seul contre tous
Paese di produzione: Francia
Anno: 1998
Durata: 93 min.
Genere: Drammatico
Regia: Gaspar Noé

Periferie francesi, 1980. Un macellaio (Philippe Nahon), fresco di liberazione dal carcere, odia il mondo intero. Picchia la compagna incinta e la sua rabbia pare inarrestabile ma, quando rivede la figlia autistica (Blandine Lenoir), qualcosa in lui potrebbe cambiare.

“Nasciamo Soli. Viviamo Soli. Moriamo Soli.” La contenuta in “Seul Contre Tous” si può riassumere così, un inno all’individualismo più sfrenato e nichilista che non trova sbocchi nel continuo disagio esistenziale di un ex macellaio senza nome, un monumentale Philippe Nahon, figura che già compariva nel prequel “Carne”, mediometraggio di sette anni precedente.

In “Seul Contre Tous” (oppure “I Stand Alone”, se preferite il titolo internazionale) ritroviamo l’uomo a Lille, in un modesto appartamento con la sua nuova compagna in stato di e con la madre di lei, una situazione statica e infelice soprattutto perché egli non riesce più a inserirsi nel mondo del lavoro. Una frustrazione sottolineata dai costanti monologhi sull’inesistenza dell’ e dell’amicizia, ciniche esternazioni in solitudine che pesano come un macigno (“Le persone sono come gli animali. Gli vogliamo bene, le sotterriamo ed è finita.”). La svolta giunge quando il protagonista, provocato dalla donna, reagisce con rabbia colpendola a pugni sul grembo, una sequenza scioccante che corrisponde alla fuga dell’uomo nella periferia di Parigi, in seguito a una notte travagliata.

Ma il tormento continua a perseguitarlo, nonostante nella capitale francese egli provi (senza successo) a rifarsi una vita: l’unico motivo che lo spinge ad andare avanti è la figlia Cynthia (con la quale ha un rapporto morboso e incestuoso), una ragazza con problemi mentali affidata a un istituto per il passato turbolento del padre. Atterriamo così negli ultimi tragici venti minuti con una delle scene più angoscianti e strazianti mai viste in un disturbing drama, l’apoteosi totale di un cinema che Gaspar Noé sarà capace di ripetere con meno enfasi nelle sue (pur valide) opere future.

Il regista franco-argentino dirige con pochi ma con una personalità di spessore, grazie a inquadrature mai banali che esaltano allo stesso tempo i personaggi e gli ambienti squallidi all’interno dei quali essi agiscono (che siano strade suburbane, bettole per ubriaconi o deprimenti alberghi non importa). Inoltre sottolinea le situazioni più controverse grazie a zoomate improvvise, a didascalie sullo schermo e a quella spregiudicatezza nei dialoghi che annichilisce per realismo e potenza espressiva, un mix devastante che a livello concettuale anticipa addirittura quel malcontento generale delle classi meno abbienti in Francia (ne sappiamo qualcosa oggi con l’ascesa del populismo), una rabbia spesso indirizzata verso la e le leggi ad personam fatte dai politicanti transalpini (alcuni monologhi del protagonista sono esplicativi al riguardo).

“Seul Contre Tous” è una pietra miliare del cinema esistenzialista, un percorso che dalla nascita si trascina a fatica verso la morte, letta esclusivamente come un sollievo dal dolore. L’individuo è un corpo che prende vita solo nell’accettazione del compromesso, regola che Gaspar Noé non rispetta sbattendoci in faccia la realtà più desolante.

cinemaestremo.wordpress.com

 

 

 

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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