CRIMEN FERPECTO [SubITA] 🇪🇸

Titolo originale: Crimen Ferpecto
Nazionalità: Italia, Spagna
Anno: 2004
Genere: Commedia, Grottesco, Noir
Durata: 105 min.
Regia: Álex de la Iglesia

 

Addetto al settore donna di un grande magazzino, Rafael ha una violenta lita con il suo eterno rivale per la promozione, che subito dopo scompare. L’unica testimone è Lourdes, commessa brutta e fino a quel momento “invisibile”, che ne approfitterà per portare il bel Rafael sull’altare…

Avevamo già ospitato un film di Alex De La Iglesia, quarantenne regista spagnolo di Bilbao, nella nostra rassegna del 2001/02 con “La Comunidad”, mentre altri suoi film di alterno valore erano stati distribuiti in maniera strana (“ Durango” ritenuto valido dalla critica era stato ignorato, mentre “”El dia de la bestia”, di dubbio valore per alcuni addetti ai lavori, ospitato in numerose sale). In ogni caso Alex de la Iglesia è uno dei pochissimi che sappiano ancora fare delle commedie realmente, sanamente, orrificamente cattive. Non fa sconti, è sadico, va fino in fondo e diventa quasi horror, non salva niente e nessuno servendosi del grottesco in chiave socio-culturale. Il volgare responsabile del reparto abbigliamento femminile (Rafael) di un grande magazzino, dongiovanni impenitente, viene messo alle strette da una donna (Lourdes) né giovane, né bella, in quanto testimone di alcuni suoi misfatti.

La non avvenente signora si dimostra, però, più sadica ed arrivista di quanto le sue terribili apparenze non diano a vedere. Tra i due comincia un gioco di dipendenza e vendette che avrà risultati imprevedibili. Con “Crimen Perfecto”, Alex de la Iglesia celebra uno dei suoi connubi più risolti tra commedia, horror e apologo, per merito soprattutto di una regia che, più misurata ma non meno visionaria del solito (ricordate “La comunidad?…), ha saputo miscelare con efficacia la suspense e la sorpresa, rifinendo o intrecciando le situazioni con cura per il dettaglio e senza cedimenti ritmici, creando un vivace contrappunto tra i cliché che i generi, anche in fusione, si portano dietro. Ben disegnata è inoltre la caratterizzazione dell’ottimo duetto protagonista, composto da Guillermo Toledo e Monica Cervera, e dalle figure di contorno, tutte azzeccate.

Nell’ultima commedia del giovane autore spagnolo la dimensione affatto quotidiana e conchiusa di un centro commerciale si trasforma in un’icastica allegoria della società, come lo era già il condominio di “La Comunidad”; ma se quest’ultimo era un apologo sulla cupidigia umana, “Crimen Perfecto” lo è, altrettanto mordacemente, sulla vanità. Alex de la Iglesia ama definirsi un “Filosofo minore” del cinema, un Plotino al cospetto di Platone, e si rapporta ai venerati maesti del passato con un’umiltà che non gli preclude di attingere a più non posso, e di regola felicemente, dal loro immaginario, per mutuarne figure che nel proprio laboratorio sottopone a bizzarre mutazioni. Già la storpiatura nel titolo originale della sua ultima ‘commedia criminale’ è sintomatica di tale attitudine: “Crimen Ferpecto” (titolo originale dell’opera) è sia un omaggio al “Ferpetto” proferito da Obelix ubriaco nel fumetto di René Goscinny “Asterix e la corona d’alloro”, sia l’errata scrittura (sul dispaly di una cassa) del titolo ispanico di “Il delitto Perfetto” (1954), il classico hitchcockiano di cui Rafael acquista il dvd al fine di trarne per il suo crimine. Come dicevamo, qui, il gioco delle citazioni viene condotto in modo sfacciato. I modelli a cui il cineasta si rifà più esplicitamente sono il già citato Hitchcock e Luis Bunuel, ma non solo….

Nella sequenza dell’incendio di un manichino da parte di Rafael culmina un progressivo gioco la massacro che ricorda la china coniugale di “La Guerra dei Roses” (1989) ed è vivacizzato dal ricorso a stilemi horror, usati dal regista in modo scanzonato e non senza guizzi splatter, nel solco dei primi e più acerbi lavori dei Coen, Sam Raimi e Peter Jackson. I toni comico-farseschi risultano ugualmente esaltati per esempio nella coattiva love story con Lourdes che precipita il protagonista Rafael nel guado di tutto ciò che fugge maggiormente: la mediocrità, la sciatteria, l’artrosica routine familiare…Dalle stelle lambite si ritrova nella più temuta delle stalle. Un autentico gioiello di humor nero è il siparietto familiare con tanto di suocera aggressiva, cognata di otto anni mitomane e suocero che ronfa a tavola che il protagonista s’immagina, proiezioni quanto mai angoscianti per il dei viveur!

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Recensione: cineforumdomo.it

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By Anam

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