BEDEVILLED [SubITA]

Titolo originale: Kim Bok-nam salinsageonui jeonmal
Paese di produzione: Corea del Sud
Anno: 2010
Durata: 115 min.
Genere: Drammatico, Horror, Thriller
Regia: Jang Cheol-soo

Una donna single, austera e tesa, che cade in depressione a causa dello stress che le procura il lavoro e dell’ambiente misogino e ipercompetitivo nel quale si ritrova. Disperata, accetta la proposta di un’amica con cui non ha contatti da molto tempo e parte per Mundo, una desolata isola del sud in cui ha trascorso l’infanzia. Arrivata sull’isola, viene accolta con calore da Bok-nam, la sua migliore amica di un tempo, che però è imprigionata in un matrimonio orribile… [sinossi – catalogo FEFF 2011]

Il clan Kim Ki-duk non aveva dato buona prova di sé, una volta passato alla regia, almeno a giudicare dal tremendo Beautiful di Jeon Jae-hong (collaboratore in Time Breath), e dai mediocri Rough Cut e Secret Reunion di Jang Hoon (assistente in Time L’arco). L’esordio di Jang Cheol-soo, aiuto regista in Samaria Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera, cambia decisamente le carte in tavola: Bedevilled non è solo un cupissimo thriller rurale, capace di costruire personaggi sfaccettati e non banali, ma riesce anche a ribaltare la prospettiva in qualche modo misogina di Kim, in una discesa agli inferi della violenza sulla donna che non scivola mai nell’exploitation.

Hae-won è una contabile in una società finanziaria: fredda, severa, distaccata, non riesce a rapportarsi con gli altri, sempre trattenuta e in tensione. Dopo aver maltrattato una collega, è spedita in vacanza forzata. Per non scivolare nell’abitudine del bere, Hae-won decide finalmente di accettare le richieste di una vecchia amica d’infanzia, Bok-nam, che le scrive ininterrottamente perché la vada a trovare nella sperduta isola meridionale di Mun-do, in cui le due si erano conosciute, ancora bambine. Una volta messo piede sull’isola, ormai abitata da pochissime persone, dedite alla raccolta di patate e alla preparazione del miele, Hae-won trova una Bok-nam sposata con figlia che la accoglie con calore persino eccessivo. Suo marito, Man-jong, è distaccato e dispotico, in simbiosi con il fratello vagamente ritardato Cheol-jong. Lentamente Hae-won si rende conto dello stato di vessazione in cui vive l’amica. D’altra parte l’arrivo della sofisticata compagna di giochi fa scattare qualcosa in Bok-nam, costretta dagli eventi a rimanere sull’isola, ma col sogno di raggiungere Seoul e un’impossibile libertà. La tragedia è pronta a innescarsi e a triturare qualsiasi segno di umanità.

In superfice Bedevilled funziona come un qualsiasi thriller-horror con ambientazione campagnola: una sconosciuta in un luogo estremamente isolato, la violenza che nidifica a partire dai gangli malati delle asfittiche relazioni sociali, la catartica esplosione finale, nel sangue. A irrobustire la struttura pensa però una scrittura partecipe e febbrile, che costruisce personaggi ambivalenti, sottilmente tridimensionali, in cui le diverse personalità emergono in concomitanza con il procedere della storia, creando un saldo legame empatico con lo spettatore. Dove voglia andare a parare Jang Cheol-soo è chiaro fin dalle prime scene di angherie e maltrattamenti (il marito che picchia selvaggiamente Bok-nam, gli abusi da parte del fratello, la cecità complice delle anziane comari), in una reiterazione montante che diventa sempre più dolorosa, ma è la strada scelta per arrivarci – quella più adulta, complessa e incompromissoria – a colpire nella sua stordente lucidità. Le due protagoniste si danno il cambio nel corso degli eventi: Hae-won svela la sua natura meschina, Bok-nam cerca una via di fuga che comprende essere sempre più irrealizzabile. La carneficina finale allora non ha della serialità grottesca di un qualsiasi slasher, come lascerebbero presuppore le immagini di sangue e falcetti, ma ha piuttosto il sapore del capolinea, di una situazione di non ritorno che non richiede più domande, in cui ogni possibilità – compresa la comprensione di Hae-won – sfuma e scompare.

Lo stile è ricercato, attento ai particolari più minuziosi, eppure la messa in scena rimane frontale, diretta, senza il filtro di simbolismi fuori luogo. Bedevilled è un film intenso, lancinante, che smaschera la profonda ipocrisia del vivere sociale partendo da un’esasperazione (l’isola semi disabitata, slegata dal resto del mondo), ma con furore universale, aiutato dalla prova perfetta di Seo Yong-hee (anche se, nota a parte, qualcosa da ridire sul fondotinta troppo marcato per denotare la sua abbronzatura da contadina ci sarebbe da dire, unico minuscolo e alla lunga inessenziale neo).

Guarda anche  SAINT MAUD [SubITA]

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By Anam

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