Titolo originale: Amoklauf
Paese di produzione: Germania
Anno: 1994
Durata: 65 min.
Genere: Drammtico
Regia: Uwe Boll
Il video ha i sottotitoli inglesi impressi che confondono un po’ la lettura di quelli italiani, ma i dialoghi sono ben pochi e in fin dei conti la lettura non risulta poi così difficile. Direi che si può soprassedere. Soprattutto in favore di un film d’eccezione. Lasciarsi andare alla depressione, al cinismo, al nichilismo e ad una buona dose di rabbia (d’altronde implicita quando si parla di depressione). Il regista stesso, Uwe Boll, col suo ben noto carico di di eccentrico livore, disse in un’intervista che Amoklauf nacque in un periodo disastroso per le sue avventure cinematografiche. Sempre a raccattare soldi dai tombini. E che il film fu principalmente frutto del suo sfogo furioso contro la continua malasorte e la frustrante condanna ad arrancare, in mezzo per altro a critici cinematografici sbeffeggianti (ricordo l’episodio in cui Uwe li invitò uno ad uno a casa sua per risolvere la questione a pugni in faccia). Ma sfogare la propria frustrazione nella creazione di un film è ben diverso che farlo tramite un articolo di critica stroncante e malsana (come se la critica potesse non esserlo, malsana). Quindi “Fottetevi tutti, questo è il mio ultimo film perché mi avete rotto il cazzo. E ora ve ne conto delle belle”. Quale miglior garanzia per la sincerità della pellicola? E anche per la sua genuinità, per quanto la parola non si accordi molto con l’atmosfera del film, che della malattia fa il suo pregio.
Per questi motivi per me Amoklauf è un film speciale.
Buona visione.
