FILM SOCIALISME [SubITA]

Titolo originale: Film socialisme
Paese di produzione: Francia
Anno: 2010
Durata: 102 min.
Genere: Drammatico
Regia: Jean-Luc Godard

Una sinfonia in tre atti a partire dal Mediterraneo e da una nave di crociera, dove si incrociano conversazioni, citazioni, lingue e formati video differenti: Film Socialisme di Jean-Luc Godard, presentato in Un certain regard alla 63esima edizione del Festival di Cannes.

Una sinfonia in tre movimenti. Cose come: Il Mediterraneo, una nave da crociera. Numerose conversazioni, in numerose lingue, tra i passeggeri, quasi tutti dei quali sono in vacanza…Un vecchio, un criminale di guerra accompagnato da sua nipote. Un famoso filosofo francese. Un rappresentante della di Mosca. Un cantante americano. Un ambasciatore palestinese. È una questione d’oro, come era prima con gli Argonauti, ma quello che si vede (l’immagine) è molto diverso da quello che si sente (la parola). Di notte, una sorella e un fratello minore hanno chiamato i loro genitori a comparire davanti al giudice della loro infanzia. Uno dei genitori, infatti, deve apparire in televisione per presentarsi come candidato alle elezioni locali a… [sinossi]

Per Godard il cinema è sempre stato uno strumento di rivelazione della realtà, nelle sue forme più complesse, nel modo ostinatamente politico, nella ricerca profonda (che persegue da sempre) di indagine sulle possibilità del cinema. Questo il forte filo conduttore che percorre tutta la sua filmografia, che alle parole, alla sua “ostinazione” nel volerle filmarle, dedica gran parte dell’attenzione. Le fa vivere, ne traccia il segno sullo schermo, le trasforma in cinema, portando, a sua volta il cinema stesso a farsi saggio esemplare di sincretismo. Presentato con grande attesa in Un certain regard alla 63esima edizione del Festival di Cannes, Film Socialisme è tutte queste cose insieme.
“Sinfonia in tre atti” secondo la definizione dello stesso regista, è suddiviso in tre momenti/movimenti, a partire da una crociera nel Mediterraneo (Des choses Comme ça), posto ideale per riunire tute le istanze di un discorso stratificato e complesso, dove la storia delle civiltà che l’attraversano si incontra con il nostro tempo, si scontrano con il microcosmo di viaggiatori ostaggio della società globale, impegnata in lezioni di ginnastica, serate di ballo, piscina, conferenze e attese. Conversazioni tra un filosofo, un’agente di russa, un ambasciatore palestinese, un criminale di guerra che discutono usando frasi di Benjamin, Derrida, Sartre, Marlauxm, Goethe, Pirandello, Heidegger. Su questa nave si parlano molte lingue, come già Manoel de Oliveira ci aveva mostrato, anticipando il viaggio attraverso il nostro tempo contemporaneo e, di fatto, preparandoci ad una pluralità che non è solo linguistica, ma si fa dialogo tra epoche e espressioni. Perché accanto alle parole dei pensatori moderni, Godard inserisce dialoghi e schegge di film, per fare due volte il giro di questo Méditerranée (così amato, infatti, da Jean-Daniel Pollet da cui ruba un frammento), nelle immagini (dense e dai colori accesi e magnifici) e nei discorsi, che trovano miracolosamente sempre una convergenza. Ecco cosa significa paragonare ciò che, di fatto sarebbe imparagonabile.

Il secondo tempo (Quo Vadis Europa) ci porta nella provincia francese, dove due bambini dalle spiccate attitudini al comando pongono ai genitori domande sulla Rivoluzione francese e sul significato delle idee che l’hanno guidata.
Infine un viaggio tra le e i paesi della nostra Storia (Nos Humanités): l’Egitto, dove tutto ebbe origine, la Grecia e la sua tragedia, la Palestina, Napoli e la resistenza partigiana, Odessa e la rivoluzione, Barcellona e la manifestazione popolare comunista, dove si legge uno striscione che ha ispirato il titolo Film Socialisme.
Histoires du cinéma che si insinuano in una narrazione del tutto rarefatta, dove immagini, musica e parole arrivano ad una tale sinergia da non poter più essere percepite indipendentemente. Nuove frontiere del cinema che, per Godard danzano sulle note di Chat Baker, Beethoven, Mina, mentre Patty Smith vaga tra i corridoi della nave, con la chitarra appoggiata sulla spalla che osserva il mare di notte.
“Le idee ci separano, i sogni ci avvicinano”, come il sogno che porterebbe fine alla pace in Medio Oriente: “Appena Israeliani e Palestinesi introdurranno nei loro territori sei milioni di come vicini e inizieranno a parlarne e a giocare con loro, invece di occuparsi di altro”.

Guarda anche  WHITE PLASTIC SKY (SubENG)

quinlan.it

 

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By Anam

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