FAILAN [SubITA]

Titolo originale: Failan
Paese di produzione: Corea del Sud
Anno: 2001
Durata: 115 min.
Genere: Drammatico, Sentimentale
Regia: Hae-sung Song

Finita in Corea dalla Cina dopo la morte della madre, che la incoraggiava a ritrovare parenti in realtà trasferitisi in Canada, Failan è costretta a combinare un con uno del posto al solo scopo di ottenere il permesso di soggiorno. L’uomo è Kang-jae, un piccolo malvivente squattrinato e deriso dai suoi pari che accetta per soldi ma poi rinuncia anche solo a vederla. Mentre lui prosegue la sua vita sregolata finendo per dieci mesi in prigione e rischiando successivamente di tornarci più a lungo per scontare un omicidio commesso dal proprio boss, lei, che nasconde a tutti una grave malattia, si arrangia come lavandaia ed osserva la sua foto, sviluppando col tempo una forma di devozione e iniziando a cercarlo e a scrivergli lettere.

Il primo film della rassegna che lo vede protagonista ci mostra un Choi Min-sik antieroe al cento per cento. Piccolo gangster senza arte né parte, Kang-jae viene minacciato, picchiato, disprezzato da tutti. Persino dai suoi sottoposti. L’ interpreta questo personaggio vagando da un’inquadratura all’altra come un sonnambulo, come un drogato. Fra giochi, film porno e alcol. Una fotografia del degrado, di una Corea di baracche, case poverissime, giovani che spendono il loro tempo nel gioco d’azzardo.
Ma il film ha un non banale colpo d’ala: mescola gangster movie e romanticismo, violenza e poesia. Questo accade quando irrompe nella vicenda “Failan”, la ragazza del titolo. Cinese, angelica, innocente in un mondo di squallore. Sposata per caso e per soldi dal protagonista: a lei serve un visto, a lui del denaro. Non si conoscono: ciascuno, dell’altro, ha solamente una foto. Ma sapranno, in qualche modo, riconoscersi simili, trovare una inaspettata consonanza di anime. Perduti, tutti e due, in un mondo troppo spietato per loro.
E’ nel contatto a distanza fra i due che sta la scintilla, l’arco voltaico del film. Un film che il regista Song Hae–sung risolve con un sapiente mosaico di flashback, di corse avanti e indietro nella scansione temporale.

koreafilmfest.com

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By Anam

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