TIERE [SubITA]

Titolo originale: Tiere
Titolo Internazionale: Animals
Paese di produzione: Austria
Anno: 2017
Durata: 95 min.
Genere: Drammatico, Thriller, Visionario
Regia: Greg Zglinski

Presentato nella sezione dei film di fiction del 53° Solothurner Filmtage, Animals di Greg Zglinski è un film dalla narrazione complessa che si costruisce con il continuo alternarsi di parallele, con la labilità progressiva dei confini tra realtà e sogno, sanità e follia. Tornano Shining e L’inquilino del terzo piano.

L’inquilina del terzo piano
Andrea si butta dal terzo piano di un palazzo viennese. Anna e Nick, una coppia che abita al piano di sotto, partono per una lunga vacanza tra le verdi vallate del Canton Giura in Svizzera, affidando il loro alle cure dell’affascinante Mischa. Ma la loro vacanza diventa un incubo da quando, sulla stradina di campagna diretta alla baita che hanno affittato, investono una pecora. [sinossi]

Una ragazza, Andrea, si sta lanciando dalla finestra, al terzo piano, di un palazzo. La vediamo in campo lungo, in un’inquadratura voyeuristica in stile La finestra sul cortile. Si butta ma esce fuori dal campo, sentiamo un tonfo. La mdp carrella verso il basso, più lentamente, e quando arriva al marciapiede sottostante, non mostra alcun cadavere, c’è solo un ragazzo sullo skateboard. Animals – presentato al Solothurner Filmtage dopo l’anteprima al Forum della Berlinale –, di Greg Zglinski, è un film costruito sulla continua intersezione di parallele, eventualità possibili, rimescolanza di sogno e realtà, sanità e follia. E la seconda scena, descritta sopra, appare quanto mai programmatica, nel tradimento stesso della convenzione cinematografica. Una scena impossibile proprio perché in pianosequenza. Una spiazzante messa in discussione del linguaggio cinematografico. Se non esistesse il digitale, dovremmo fare infinite congetture profilmiche: la ragazza è stata raccolta con un telone e poi sono tutti scappati come saette prima che la mdp scendesse? In quel è avvenuto uno scambio di possibili secondo quell’intercambilità dei piani temporali che caratterizzerà tutto il film. La primissima scena rappresenta invece un tunnel rosso, che pure tornerà a vedersi nel film, una strada perduta delle infinite possibili, negli infiniti reticoli e diramazioni della realtà. I sogni come scatole cinesi, ma chi e che sogna e chi è desto?

Animals è disseminato fino all’inverosimile di oggetti segni, riferimenti e collegamenti interni, di situazioni che si ripetono contemplando alcune delle infinite varianti possibili. Gli animali, simbolo stesso del film, da cui il titolo, morti: il pesce rosso all’inizio, l’uccellino che si schianta e poi la pecora per arrivare poi al gatto senziente, già programmato quando Anna e Nick fanno vedere a Mischa l’ e discutono del possibile titolo del nuovo romanzo di Anna, che potrebbe alludere o al gatto o a un omicidio tra coniugi, situazioni che saranno poi effettivamente sviluppate durante il film. Se Anna è portatrice di follia, quello che succede potrebbe essere frutto onirico della sua mente malata, così come un prodotto della sua scrittura. E gli animali che alludono al gioco passatempo nomi, cose, città, che pure rappresenta la struttura del film, le infinite possibilità che ci possono essere per ogni lettera. E poi i personaggi che si scambiano di ruolo o si confondono, come Mischa che viene creduta essere Andrea dallo spasimante, e Mischa è anche il nome del gatto. E la scena di sesso che avviene in contemporanea tra Mischa e quello che si è portata in casa, dopo che i coniugi le avevano proibito di usare il loro letto, e gli stessi Anna e Nick.

Greg Zglinski usa il cinema come metafora dell’ambiguità del reale, come nella scena di quando fa buio pure in pieno giorno. E usa almeno due grandi modelli cinematografici, Shining e L’inquilino del terzo piano. E poi ci sarebbero anche Lynch, Haneke, ecc. Il film di Kubrick torna nella scrittrice e nell’opera incompiuta, nelle stradine di montagna, nell’abitazione isolata, nella porta da non aprire. Il film di Polanski torna nel salto dalla finestra, nel terzo piano stesso, nello scambio di identità, nella presa di possesso di un’abitazione, oltre che a quella potetica degli oggetti che ritornano tipica del regista. Modelli che Greg Zglinski riesce e rimescolare, estrapolare, costruendo con Animals un film che non scivola mai nel ridicolo né scade in alcun modo, tenendo sempre alto il livello della tensione e dell’inquietudine.

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By Anam

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