Titolo originale: Das weiße Band – Eine deutsche Kindergeschichte
Nazionalità: Austria, Francia, Germania, Italia
Anno: 2009
Genere: Drammatico
Durata: 144 min.
Regia: Michael Haneke
Il vertice assoluto di Haneke e tra i migliori film, non solo estremi, degli anni 2000, per tecnica eccelsa e rappresentazione chirurgica di un male, mai estinto e onnipresente nel genere umano di ogni latitudine e arco temporale, destinato a venire alla luce in maniera prepotente nella prima metà del secolo scorso. Per capire e conoscere quel male, mai citato in questo capolavoro di Haneke, si preferisce andare alla radice ed alla fonte di questo oscuro, contorto e malsano diavolo che si insinua nelle normali vicissitudini di un villaggio feudale della Germania pre prima guerra mondiale.
Nord della Germania, 1913. Un piccolo villaggio è sconvolto da alcuni strani accadimenti che appaiono inspiegabili: il medico del villaggio cade da cavallo e si ferisce a causa di una corda tesa nell’erba; il figlio del barone, proprietario terriero, viene seviziato; la finestra della camera di un bambino in fasce viene lasciata aperta in pieno inverno causandone quasi la morte; il fienile del barone viene dato alle fiamme; il piccolo figlio disabile della levatrice viene selvaggiamente torturato. La vita delle diverse famiglie ne è turbata, senza che nessuno trovi la ragione di questi fatti né i colpevoli. Solo il maestro del villaggio inizia a nutrire dei sospetti su…
Film realizzato completamente in un bianco e nero lucido e gelido, destinato ad avvolgere lo spettatore in un’atmosfera inquietante, che mescola abusi su minori, violenze abominevoli su uomini ed animali, torture e sodomie infantili e dialoghi terribili e terrificanti, destinati ad essere assorbiti passivamente da parte nostra e digeriti con estrema difficoltà, in quanto non mostrano nessuna luce o chiarezza sulla vera natura di questo male assoluto, onnipresente ma offuscato da omertà e ignoranza. Voce narrante un goffo e spesso imbarazzante maestro di scuola, credibile grazie alla sua innocenza e incredulità di fronte ad un male persistente e negato da tutti, ma presente in ogni angolo, luogo e stanza di questo villaggio maledetto, specchio inevitabile di una nazione e generazione, che diventerà adulta nel decennio successivo, solidificando e liberando la bestia conservata ed alimentata nel proprio cuore in un’epoca di innocenza mai vissuta, perduta ed inevitabilmente corrotta. Pedofilia, sodomia, violenza sugli animali e violenza domestica, torture, zoofilia, bullismo e razzismo sono mostrati attraverso una lenta d’ingrandimento offuscata ma tagliente, presentando una generazione primordiale che da lì a poco avrebbe preso il potere e la voce in una potenza europea come la Germania, attraverso un’ideologia, il nazismo. Con questo film Haneke mostra chiaramente, al contrario delle cose non viste, non dette e solo intuite degli eventi sopra citati, quanto sia presente il male in ogni uomo, donna o bambino, di misura diversa, per fortuna nostra, ma è lì, sempre pronto ad essere liberato e sciolto alla prima occasione, basta accendere la miccia giusta ed esploderà. Un villaggio come tanti, un luogo come milioni di altri, una comunità simile a tutte quelle onnipresenti nel mondo, dove segreti oscuri e mali incurabili dell’animo (dis)umano pervadono costantemente il cuore degli adulti come quelli dei loro figli, perché questo male, in apparenza a volte invisibile, è parte integrante della nostra imperfetta e pericolosa natura umana, oggi come allora. Troppo disagio ed estrema cattiveria in un solo film! Capolavoro assoluto, drammatico, inquietante ed estremo degli anni 2000! Valutazione 10 e lode!
Recensione: horrorestremo.altervista.org