A SERBIAN FILM [SubITA] 🇷🇸

Titolo originale: Српски филм (Srpski Film)
Nazionalità: Serbia
Anno: 2010
Genere: Drammatico, Erotico, Horror, Thriller
Durata: 110 min.
Regia: Srđan Spasojević

 

A Serbian Film di Srdjan Spasojevic non va preso alla leggera. Fate due ricerche con Google e vi sembrerà di essere tornati agli anni Settanta, quando i film provocatori e scandalosi sollevavano masse isteriche armate di torce, forconi e paraocchi: dalli al pervertito corruttore dei costumi! Pellicole bruciate in piazza, arresti per oscenità, sforbiciate poderose, ritiri dalla circolazione, pubblica gogna! Bei tempi, quelli. Oggi nessuno difende più la nostra integrità morale e la TV è piena di donne nude. E poi si lamentano se ecc. ecc.
Le recensioni di questo simpatico lungometraggio ci fanno tornare magicamente a quegli anni: gli aggettivi più usati sono “mostruoso” e “aberrante”. E dovreste sentire le critiche negative! Quando poi ci accorgiamo che a sconvolgersi non sono i soliti vecchi tromboni ma anche gli abituatissimi redattori giovanili dei siti horror, allora uhm, forse ‘sto serbo è davvero un caso a sé.So cosa vi state chiedendo e vi rispondo subito: sì.

Sì, il film si spinge a livelli di abominio probabilmente mai toccati dalla cinematografia legale. Ma prima che vi precipitiate sul torrent, aggiungo: l’aberrazione è molto più concettuale che grafica. Se io vi racconto un paio di scene, voi inorridite. Ma il modo in cui queste schifezze vengono rappresentate nel film non è mai troppo pornografico. Insomma, succede di tutto, ma non si mostra tutto. E menomale.

Nella riga qui sopra ho scritto “pornografico”. Orbene, il termine capita a fagiuolo: A Serbian Film narra infatti di Milos (un nerchiuto Srdjan Todorovic), leggendario pornoattore serbo ormai in pensione, che viene convinto a girare un ultimo video in cambio di una barca di soldi. Unica condizione: Milos non saprà cosa accade nel film finché non ci si trova in mezzo. Lo sventurato risponde. E insomma vien fuori che il regista di questo porno losco è un artistoide pazzo che vuol fare una sorta di metaforone hardcore-snuff della questione serba. E per Milos (occhio, che arriva la battuta) sono cazzi.

Già, già: come paventava la collega Cicciolina settimane fa, A Serbian Film è anche un’allegoria feroce di tutto quanto fa Serbia oggi. Ve la ricordate, la Serbia? Era la cattivona di quella guerra nei Balcani. Quindi: violenza che permea la società, stupri che dio li manda, madri drogate, troie dappertutto, conflitti interiori tra il senso di colpa e l’abitudine alla violenza, generazioni nuove (e nuovissime) cui viene incul(c)ata la violenza sin da subito. Violenza della Serbia sugli altri, violenza del governo Serbo sul suo stesso reso incapace d’intendere e volere. Né serbi né padroni. Violenza, insomma. Tanta. Quello che Cicciolina sbagliava a temere, però, è che il metaforico prendesse il sopravvento sull’orrorifico. Ecco, tutt’altro. Se avete paura che i simbolismi e le cose noiose prevalgano sulle torture e le cose pese, ebbene, non abbiate paura (come diceva il caro Papa Wojtyla, forse non a questo proposito).

Se al contrario avete paura che le torture e le cose pese prendano il sopravvento sull’intelligenza del concetto di base riducendo il tutto a una sequela di orrori, allora probabilmente avete sbagliato sito, ma vi rispondo lo stesso: a tratti sì. Spasojevic è abbastanza furbo da capire che non si genera hype né buzz né choc presentandosi con “siamo quelli della satira sulla Serbia”. Ecco perché egli si getta senza paura né compromessi nella madre di tutti i torture porn, e il solo fatto che in uno Stato finora famoso solo per le fosse comuni e le punizioni da lontano si sia girato un film che prende Eli Roth per il bavero e gli dice “e ora lustrami le scarpe, blueberry” mi rende quantomeno ammirato e interessato.

Noterete che evito di descrivervi le scene clou. Non è questione di spoiler: sappiamo tutti che non finisce come Love Actually. Si tratta semmai di non rovinare l’impatto emotivo del film: come dicevo sopra, a disturbare è più il concetto che il mostrato (che comunque non è Rohmer, eh). E siccome questo film vuole farvi male, non è il caso di spuntargli la lama.
Consideratelo, se volete, un difetto: a una seconda visione, o a una prima visione spoilerata, il pugno arriva molto più smorzato.
Tante torce, tanti forconi, e va a finire che era solo un film.

Che poi, la volete sapere la verità? Non ci sarà mai un dibattito pacato e obiettivo su A Serbian Film. Tu griderai “IN GALERA, ASSASSINI”, tu griderai “FURBATA BIECA, VERGOGNA”, e tu invece griderai “IL CINEMA HORROR È TESTÈ RINATO”. Il vostro affezionato Luotto può dirvi la sua: A Serbian Film è interessante, furbo quanto coraggioso, girato niente affatto male, intelligente q.b., un po’ meno allucinante di come ve l’hanno dipinto, dotato di mano pesantissima nell’affrontare le sue aberrazioni sia gratuite che allegoriche. La mia scena preferita? Ve la posso raccontare, perché non è una di quelle scene. È la sequenza del primo giorno di riprese: senza grand guignol, Spasojevic crea un’atmosfera davvero, DAVVERO tesa e inquietante con i cameramen muti che seguono Milos e lui che assiste a messinscene simil-lynchiane che terminano sempre in gran pompini a disagio. Qui condividiamo lo spaesamento di Milos e tremiamo nell’attesa di ciò che sarà. Da lì in avanti, mi dispiace arrendermi e ammetterlo, è ognuno per sé.

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Chiudo con una raccomandazione: il è pieno di gente incazzosa, e questo film farà incazzare molti. Per cui, andateci cauti nel mostrarlo a cani e porci. Ad esempio: la mamma è fuori discussione. Proprio, la mamma NO. Memorizzate: Mamma = No. E anche tutti gli altri parenti di sesso femminile li escluderei. Facciamo che tutti i parenti in generale sono fuori discussione. Specie a Natale o nelle feste comandate. Esempio, tu mi chiedi: “Siamo tutti riuniti intorno al desco familiare per festeggiare il battesimo della piccola Cloe e avrei pensato di mettere su un film dopo pranzo per rilassarci, scelgo A Serbian Film?”. DECISAMENTE NO. Voglio che questo sia ben chiaro. “Ho conosciuto questa tipa, l’ho invitata da me e volevamo fare una cosa tipo cenetta e film a mia e…”. NO. Non ci pensare nemmeno.

Pompini a disagio. S’apre il dibattito.

Recensione: i400calci.com

 

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By Anam

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