THE LAND OF HOPE [SubITA]

Titolo originale: Kibô no kuni
Paese di produzione: Giappone
Anno: 2012
Durata: 133 min.
Genere: Drammatico, Fantascienza
Regia: Sion Sono

Dopo Himizu, presentato a VeneziaThe Land of Hope, di Sion Sono 68, struggente incubo diviso tra il dolore per il terremoto che ha devastato il Giappone l’undici marzo 2011 e l’angoscia e le lotte delle nuove generazioni (i due giovani straordinari protagonisti, Shôta Sometani e Fumi Nikaidô, hanno vinto il premio Mastroianni) Sion Sono prosegue con un grido d’amore e di rabbia con The Land of Hope, storia di alcune famiglie che cercano di sopravvivere in un paesaggio postnucleare.

Ma non bisogna farsi ingannare dal titolo, che è a doppio taglio:

“Mentre scrivevo, ho deciso che avrei lasciato la storia libera di dirigersi verso un finale disperato o felice. In effetti, durante le mie ricerche, non ho trovato poi così tanti che potrebbero indurci a sperare. Tuttavia, credo che la possa crescere nella delle persone” .

The Land of Hope non è un documentario, benchè sia stato girato in alcune tra le zone più colpite dallo tsunami, la Prefettura di Ibaraki, e basato sui racconti e sulle testimonianze dirette che il regista ha raccolto in questo periodo, ma uno sguardo personale e sentito su una guerra invisibile senza proiettili nè missili: quella delle radiazioni nucleari. La storia della sopravvivenza di tre coppie catapultate in un futuro impossibile, che vivono disperazione, condivisione e allo stesso tempo.

The Land of Hope, di Sion SonoQuesta volta Sion Sono ha rinunciato alla rappresentazione grafica di sesso e violenza, come spesso accade nel suo cinema, e ha lasciato alla colonna sonora, in cui compare l’Adagio dalla Sinfonia n. 10 di Gustav Mahler (“capace di esprimere sia l’oscurità che la luce”) il compito di commentare l’esperienza dell’essere umano di fronte a una situazione drammatica.

Ambientato in un prossimo futuro, in un tranquillo villaggio rurale giapponese, il film racconta di un tremendo terremoto, seguito da una catastrofe nucleare.

Nella zona vivono i Suzuki, che vengono costretti all’evacuazione. Mitsuru (Yutaka Shimizu, Love Exposure) e la sua ragazza Yoko (Hikari Kajiwara, la Mitsuko di Cold Fish) si incamminano attraverso i detriti, in uno scenario apocalittico, alla ricerca dei parenti dispersi (Denden, Be Sure to Share, Eureka, Himizu, e l’agghiacciante killer protagonista di Cold Fish) e (Mariko Tsutsui, Achille e la tartaruga).

A poca The Land of Hope, di Sion Sonodistanza, separati solo da una striscia di terra e messi di fronte alla scelta se abbandonare o meno la propria casa, vivono gli Ono: la famiglia è composta da Yoichi (Jun Murakami, Into a dream, Himizu) la moglie Izumi (Megumi Kagurazaka, Cold Fish, Guilty of Romance) e dagli anziani genitori di lui, Yasuhiko e Chieko (Isao Natsuyagi, Acqua tiepida sotto un ponte rosso, e Naoko Otani, Mishima: A Life in Four Chapters).

Questi ultimi vengono convinti a mettersi al riparo, ma soffrono profondamente per l’abbandono della terra in cui vivono da generazioni. Izumi, trasferitasi temporaneamente altrove, scopre di essere incinta, al quinto mese di gravidanza, e inizia a sviluppare una profonda angoscia riguardo alla salute del suo bambino, finendo per indossare una tuta antiradiazioni anche dentro casa.

Nel cast anche Daikichi Sugawara, Takashi Yamanaka, Kenzô Kawarasaki. Compaiono in ruoli minori Yusuke Iseya (Memories of Matsuko, Sukiyaki Western Django) Mitsuru Fukikoshi (Love Exposure, Himizu) Tetsushi Tanaka (Into a dream, Exte, Penance) e Gitan Otsuru, tutti attori legati a Sion Sono da un rapporto di collaborazione e amicizia.

Sion Sono ha dichiarato che con questo film intende registrare le emozioni, le paure e le speranze, che sono restati fuori dalla copertura mediatica, e che sentirà ancora in futuro il bisogno di tornare sui fatti di Fukushima.

“Voglio che facciamo lo sforzo di tornare ancora una volta a quel giorno. Se lo riviviamo ancora una volta, forse saremo in grado di comprendere cosa significa una realtà in cui siamo costretti a convivere con le radiazioni. Ecco di cosa dobbiamo parlare, adesso”.

Ma il regista non si vede come un agitatore sociale, o nella posizione di risvegliare coscienze. Riguardo alla sua posizione personale sul nucleare, specifica:”Non ha senso fare un film solo per discutere suna centrale nucleare è una cosa buona o cattiva. Ma credo che i film siano un ottimo strumento per lanciare direttamente una domanda, porre un dubbio.”

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By Anam

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