THE UNTOLD STORY [SubITA]

Titolo originale: Bat sin fan dim: Yan yuk cha siu bau
Paese di produzione: Hong Kong
Anno: 1993
Durata: 96 min.
Genere: Commedia, Drammatico, Thriller, Horror
Regia: Danny Lee, Herman Yau

Un dipendente del ristorante, non ricevendo alcun pagamento per una ingente vincita, dopo un violento litigio col titolare, perdente al tavolo di gioco, uccise lui e gli altri 7 componenti della famiglia, ( madre, moglie, cinque figli, alcuni dei quali bambini) più altri due lavoratori, un uomo e una donna. L’accadimento ebbe grande eco mediatica perchè vennero ritrovate solo alcune parte dei corpi. Il resto forse, ma nel film viene rappresentato con certezza, venne utilizzato in cucina, per preparare i pasti serviti quotidianamente.

Categoria III, ovvero i film dei quali ad Hong Kong “è proibita la visione nelle sale cinematografiche, nonchè il noleggio e l’acquisto, ai minori di 18 anni”. Scorro su Wikipedia la lista dei titoli che hanno ricevuto questo marchio di gloria, molti mi sono familiari, e ci trovo anche Exiled e Election di Johnnie To! Insomma, basta poco per finire nella famigerata cat. III, qualche sparo di troppo, un morso, una scena di sesso cruda. Pertanto il film che ho visto oggi meriterebbe l’onore della creazione di una esclusiva categoria IV. O forse V.

The Untold Story è ispirato a fatti reali, fatti dei quali ho trovato pochi riscontri sul web (riguardano l’omicidio di dieci persone in un ristorante di Macao nel 1985) e posso quindi soltanto augurarmi che i fatti reali siano stati un tantino meno sanguinolenti, un tantino meno dementi, un tantino meno folli. Non avrei mai immaginato di trovarne la versione integrale disponibile su Youtube. Questo film è il classico esempio della differenza di limiti tra la cinematografia orientale e quella occidentale, contiene infatti scene esplicite ed efferate ai danni, tra gli altri, di donne e bambini. Se c’è un film disturbante, è questo. Ed è allucinante come si passi da queste visioni insostenibili alla goliardia dozzinale e comicissima di altre scene. Incredibile, per noi, è anche ritrovare in quest’opera attori del calibro di Anthony Wong (visto l’anno precedente nel capolavoro Hard Boiled di John Woo) e Danny Lee (altra faccia familiare agli estimatori di Woo, era in The Killer).

Anche senza indagare sugli incassi realizzati all’epoca della sua uscita, lo si può definire come un classico, se non proprio mainstream, quasi mainstream: sono stati realizzati due seguiti, e molti altri tentativi di imitazione e sfruttamento di titolo e tematiche. E questo a Hong Kong succede sempre ai film di successo. Il regista Herman Yau è lo stesso che qualche anno dopo questa fiera della atrocità (stracolma di smembramenti di cadaveri, brutali assassinii di bambini, stupri feroci, urinoterapia in Gomorra-style e ravioli alla piastra farciti di carne umana), avrebbe diretto un dramma commovente sui diritti umani, From The Queen To The Chief Executive, premiato dalla International Catholic Organization for Cinema and Audiovisual (!!!).

The Untold Story è nato per traumatizzare lo spettatore, è una cascata di sangue, frattaglie e follia iperviolenta; gli aspetti comici del film, che spesso scendono a livelli di volgarità e demenza irresistibile, non fanno che amplificare l’orrore. E l’orrore non è mica soltanto grafico e fisico, Yau si permette pure di torturarci psicologicamente, e si riserva di farlo nel gran finale: il serial killer protagonista viene torturato dalla polizia in maniera disumana e reiterata, e quando cominciamo a sentire un briciolo di pietà per la sua sorte, ecco che il film si chiude con il tremendo e dettagliato flashback del massacro del quale è accusato, una famiglia intera, che comprende anche cinque bambini. Aggiungiamoci poi il ritratto della polizia di Hong Kong: è difficile stabilire se gli agenti siano più immorali e corrotti, o idioti allo stato puro.

Sono passati più di vent’anni, ma questo film conserva intatto il suo fascino perverso e contiene almeno due scene che credo non siano ancora state superate. Superate in ferocia, intendo.

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Il ripescamento di questo gioiellino psicopatologico è merito di una mia amica, che ci si è imbattuta mentre svolgeva delle innocenti ricerche sul cannibalismo: vuole diventare cuoca…

dikotomiko.wordpress.com

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By Anam

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