THE MIDNIGHT AFTER (SubENG)

Titolo originale: Na yeh ling san, ngoh choh seung liu Wong Gok hoi mong Dai Bou dik hung Van
Paese di produzione: Hong Kong
Anno: 2014
Durata: 124 min.
Genere: Commedia, Drammatico, Fantascienza, Thriller, Visionario
Regia: Fruit Chan

Su un minibus in viaggio da Hong Kong, dopo aver superato una galleria, un di passeggeri si accorge che la maggior parte delle persone a bordo sono scomparse misteriosamente. Gli ignari passeggeri iniziano allora a mettersi sulle tracce degli scomparsi, cercando di capire così il mistero che si cela dietro a quanto accaduto.

“Cosa accade quando il mondo che conosciamo si dissolve in un irreale? Quando le luci della città restano accese, ma nessuno è più lì per vederle? E se il vero orrore non fosse la fine del mondo, ma la consapevolezza di essere gli unici rimasti?”

Nel 2014, The Midnight After, diretto da Fruit Chan, si è imposto come un enigma cinematografico, un’opera che sfida il genere e si muove tra fantascienza, horror, thriller e sociale. Tratto dal romanzo online Lost on a Red Minibus to Taipo di Mr. Pizza, il film è una cavalcata surreale attraverso le strade deserte di Hong Kong, un viaggio in cui il confine tra realtà e incubo diventa sempre più sfumato.

La Trama: Il Minibus per l’Oblio

Un di passeggeri a bordo di un minibus rosso parte da Mong Kok direzione Tai Po. È notte, la città è illuminata come sempre, il traffico scorre, tutto sembra normale. Ma quando il minibus esce dal tunnel Lion Rock, si ritrovano improvvisamente soli. Hong Kong è deserta.

Le strade sono vuote. Non c’è nessuno. Il mondo sembra andato avanti senza di loro, lasciandoli intrappolati in una città-fantasma. E presto, uno dopo l’altro, iniziano a morire.

Guarda anche  FUNKY FOREST: THE FIRST CONTACT [SubITA]

Il gruppo, composto da personaggi disparati – dallo studente all’uomo d’affari, dalla prostituta al nerd paranoico – cerca disperatamente di comprendere cosa stia accadendo. È un esperimento sociale? Un’apocalisse silenziosa? Sono morti e non lo sanno? O è semplicemente il di Hong Kong, una città destinata a svanire nell’oblio della storia?

Decifrare il Mistero: Fantascienza o Allegoria?

The Midnight After non vuole dare risposte, perché le risposte sono irrilevanti. La forza del film risiede proprio nel suo caos narrativo, nel suo giocare con il nonsense e la paranoia. C’è un messaggio politico sotto la superficie, un riflesso della paura di un’intera città di fronte a un futuro incerto.

Hong Kong è un minibus lanciato verso l’ignoto, senza più pilota.

L’atmosfera è quella di un incubo kafkiano, dove i personaggi si muovono come pedine di un gioco cosmico di cui non conoscono le regole. Il tempo e lo si deformano. Alcuni vengono uccisi da una forza invisibile, altri si trasformano in sculture di cenere, come se il mondo stesso si rifiutasse di accettare la loro esistenza.

E poi c’è quella canzone di David Bowie, Space Oddity, che torna ossessivamente come un presagio funesto. Il maggiore Tom si perde nello spazio, il minibus si perde nel nulla. Ma chi sta osservando tutto questo dall’alto?

Il Caos come Linguaggio: L’Estetica di Fruit Chan

Chi conosce Fruit Chan sa che non è un regista convenzionale. Con Made in Hong Kong e Dumplings, ha dimostrato di essere un alchimista del cinema, capace di mescolare il reale e il surreale senza perdere il contatto con le sociali delle sue storie.

Guarda anche  DUMPLINGS (SubITA)

In The Midnight After, abbandona ogni freno e costruisce un film che sembra nato da un paranoico collettivo, dove ogni scena è un tassello di un puzzle che non combacia mai del tutto.

Il tono oscilla tra l’assurdo e il macabro, tra la commedia e il puro terrore esistenziale. È un film che non ha paura di prendersi gioco di se stesso, ma che sa anche quando fermarsi per guardare in faccia il vuoto.

Hong Kong e la Fine dei Tempi

Dietro le stranezze narrative, dietro la nebbia della trama, The Midnight After è una lettera d’amore e di paura per Hong Kong. Un film che parla di una città che si sente sempre più isolata, sempre più lontana dal resto del mondo.

Se il minibus rosso è il simbolo del di Hong Kong, allora la fine del viaggio è un’agonia sospesa, un purgatorio senza via d’uscita. Il futuro è ignoto, le ombre si allungano, e il film non offre soluzioni: solo la consapevolezza che l’inesplicabile è già qui, e che lo stiamo vivendo ogni giorno.

Conclusione: Il Cinema come Esperienza Onirica

The Midnight After non è un film per chi cerca una narrazione tradizionale. È una visione, un’esperienza che va vissuta senza tentare di comprenderla fino in fondo. È il genere di opera che lascia lo spettatore con una sensazione di disagio, con domande sospese nell’aria e con un vago sentore di presagio.

Forse non è un che la città sia vuota. Forse, a ben vedere, era già vuota da prima.

Anam

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Related Posts