THE GREAT BUDDHA+ [SubITA]

Titolo originale: The Great Buddha+
Nazionalità: Taiwan
Anno: 2017
Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 102 min.
Regia: Huang Hsin-yao

Pickle, una guardia di sicurezza notturna di una fabbrica di statue di bronzo, e Belly Button, un collezionista di oggetti riciclabili, sono migliori amici. Mentre cerca di far passare il tempo durante le ore notturne di guardia, Belly Button suggerisce all’amico di guardare le immagini video di Kevin, il capo di Pickle. Le immagini dei promiscui incontri di Kevin con diverse donne testimoniano qualcosa che i due non avrebbero mai dovuto sapere.

Vincitore del premio NETPAC al Toronto International Film Festival, di cinque premi al Taipei Film Awards e con 10 nomination al 54esimo Golden Horse Awards di Taipei, al 48° International Film Festival di Goa arriva per la internazionale The Great Buddha+, la seconda opera del regista Huang Hsin-yao, Taiwanese. Il film è una bellissima commedia nera che ricorda per lunghi tratti Clerks di Kevin Smith. Ecco dunque la nostra recensione di The Great Buddha+.

L’opera di Huang si divide tra religione, emarginazione, vouyerismo, divario di classe, corruzione e la disillusione delle prospettive per un avvenire migliore. Un simpatico siparietto verso la metà del film ci racconta in maniera brillante ed irriverente quanto il Buddhismo sia stato strumentalizzato dalla classe dirigente e trasformato in una fragile facciata, dietro alla quale nascondere i propri malaffari. Huang usa le riverenze religiose per ironizzare sul falso rispetto che intercorre tra i potenti a Taiwan. Gli invisibili dal canto loro sembrano non notare la propria emarginazione. Dandola quasi per scontata guardano alla vita del ricco Mr. Kevin Huang con un malcelato privo però di concrete velleità. Il voyeurismo nel film, non fa riferimento a Pickle e Belly Button che spiano le avventure sessuali di Huang, ma in generale allo spiare la sua sfarzosa vita, sognano a proposito delle sue auto e del suo potere. Il divario tra le due classi è incolmabile e non c’è margine per un avvicinamento. Agli occhi dei due protagonisti la vita risulta così vuota, una farsa, che nel migliore dei casi lascia una sagoma sull’asfalto. Anche la polizia di Taiwan riserva diversi trattamenti a ricchi e poveri e questo Belly Button lo scoprirà a sue spese.

Analisi
Il vero colpo di genio del film è la voce narrante, la voce del regista che introduce il film chiedendo sarcasticamente ai produttori di ricordarsi di inserirlo nei titoli di coda. La voce non abbandona mai l’intera vicenda, regalando qua e là altri interventi sarcastici che sbriciolano la per andare a strappare numerose risate tra il pubblico.

Chung Mong-Hong è il direttore della fotografia, ma ha diretto anche film di successo come Soul, selezionato dall’Accademy nel 2013 ma non successivamente nominato. Il regista e il direttore della fotografia optano per il bianco e nero, giocano sull’oscurità delle piovose e dismesse periferie di Taiwan illuminate da rari lampioni, dalla luna e dai fari dei pochi veicoli in circolo. Chung riesce a trasmettere egregiamente il senso di e di abbandono che vive la classe operaia. La fotografia risulta perfettamente amalgamata con una colonna sonora povera, ma meravigliosa, basata su piccole percussioni, corde acustiche e fischiettii, con rare incursioni di occidentale (come la stupenda Surfin with the Chairman), il tutto firmato da Sheng-Xiang Lin.

Il bianco e nero delle scene di Belly Button e Pickle contrasta tragicomicamente con la scelta di trasporre a colori i filmati di Mr. Huang che i due sono soliti spiare, domandandosi per altro “come mai la vita dei ricchi appare sempre cosi’ ricca di colore“.

La dark comedy di Huang ha dei brillanti tempi comici, riuscendo a catturare immediatamente simpatia e interesse del pubblico. I personaggi creati sono solo in apparenza macchiettati e superficiali, per poi acquistare notevole spessore grazie al commento del regista che si spinge ad analizzare certi loro comportamenti e a spiegare i loro pensieri e sentimenti.

E’ impossibile non notare il forte parallelismo con Clerks di Kevin Smith, in primo luogo per la caratterizzazione dei personaggi: Pickle e Belly Button corrispondono per larghi tratti a Dante e Randall, mentre Peanut, un altro misterioso individuo, ricorda molto Silent Bob. A conferma di queste analogie abbiamo la scelta del bianco e nero, alcune riprese in un market e i comici siparietti dei due protagonisti.

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Da quel che emerge da quanto abbiamo visto finora The Great Buddha+ ha buone possibilità di vittoria finale, anche se fortemente insidiato dal The Party di Sally Potter. Con quest’ultimo condivide la potenza e la costruzione della sequenza finale, con quella di The Great Buddha+ che si lascia dietro anche qualche interrogativo.

Recensione: lascimmiapensa.com

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By Francesca R.
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