MOLOCH [SubITA] 🇷🇺

Titolo originale: Molokh
Paese di produzione: Russia
Anno: 1999
Durata: 108 min.
Genere: Drammatico
Regia: Aleksandr Sokurov

Una sinistra fortezza arroccata sulla sommità di una montagna. Una donna nuda passeggia sulle terrazze del castello, si aggira nello studio del führer. Quando il suo amato Adi arriva, Eva viene salutata come uno qualunque del suo entourage. Il dittatore aspetta i suoi invitati: il fedelissimo Martin Bormann e il potente ministro della propaganda Joseph Goebbels.

Aleksandr Sokurov inaugura la propria personalissima riflessione sul con un agghiacciante ritratto in sordina di Adolf Hitler, leader del partito nazista che condusse il sull’orlo del baratro. L’autorità del Führer è ridicolizzata e privata di ogni aura di elezione: la scelta di concentrarsi sull’intimità dei personaggi diventa mezzo primario per una stigmatizzazione dell’orrore, insito in una assurda pretesa di divinizzazione, e il tratteggio di un mondo surreale (il costante ripetersi delle azioni, i dialoghi svuotati di senso) veicola la futura e inevitabile apocalisse. In questo senso, la rivalità tra Hitler e Goebbels assume contorni grotteschi, così come il costante riferimento alle bassezze corporali (il della malattia, le funzioni fisiologiche) simbolizza il patetismo della cosiddetta “razza eletta”. Attraverso uno stile rigoroso e personalissimo (il mirino dei soldati che inquadra le azioni dei capi, quasi a smembrare dall’interno la scala gerarchica), Sokurov scardina ogni regola prestabilita, definendo in maniera magistrale il concetto di alienazione e delineando i limiti e le contraddizioni di un contesto dittatoriale destinato alla rovina. Un’opera estrema e disturbante, di non facile assimilazione a causa del ritmo lento e assorto. Strepitosa la fotografia cupa, sfumata e nebbiosa di Aleksei Fyodorov e Anatoli Rodionov, che sembra dilatare lo schermo, e memorabile sequenza iniziale, con Eva Braun alias Elena Rufanova che volteggia nuda per i corridoi del castello. Presentato in concorso al Festival di Cannes, vinse il premio per la miglior sceneggiatura (firmata da Yury Arabov e Marina Koreneva).

longtake.it

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By Anam

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