MALGRE LA NUIT [SubITA] 🇫🇷

Titolo originale: Malgré la nuit
Nazionalità: Francia
Anno: 2015
Genere: Drammatico, Visionario, Sperimentale
Durata: 156 min.
Regia: Philippe Grandrieux

Philippe Grandrieux è uno dei maggiori sperimentatori del cinema contemporaneo: proprio per questo motivo, fin dal suo lontano esordio (“Sombre” del 1998), egli si è attirato l’attenzione di tanti ammiratori ma anche di un non trascurabile esercito di detrattori. Uno stile legato a doppio filo con la videoarte, un’esperienza sensoriale prima che visiva, nella quale simboli, e anamorfiche si mescolano e si ammassano come un denso impasto di emozioni indefinite.

“Malgré La Nuit” (“Despite The Night” nel titolo internazionale) è un’opera nata dopo una lunga gestazione: l’ultimo film risaliva al 2008 (“Un Lac”), un lasso di tempo colmato soltanto con la realizzazione di due documentari. Grandrieux sembra aver studiato ogni minimo dettaglio per questo suo ritorno così ingombrante e artificioso, una sorta di (auto)celebrazione del suo cinema anticonvenzionale ma soprattutto inafferrabile. Solo un bel respiro prima di cominciare può evitarci spiacevoli inconvenienti durante la visione di questo estenuante lavoro (due ore e mezza di apnea), eccitante per alcuni aspetti ma non sempre all’altezza della sua imponenza.

Lenz (Kristian Marr) arriva a Parigi, è alla disperata ricerca di Madeleine, una misteriosa di cui non sappiamo nulla. Durante questo viaggio nei meandri oscuri della notte, l’ conosce Lena (una cantante) ed Hélène (un’infermiera), con le quali nasce una forte attrazione mentale e sessuale. L’intreccio però non si piega alle logiche narrative, perché Grandrieux è interessato esclusivamente a far parlare i corpi come entità non separate: le sfocate, le sovrapposizioni, le dissolvenze, tutto lascia pensare a un flusso che si rimescola di continuo, come i colori caldi nella tavolozza di un pittore. Un trip onirico dalle profonde sfumature lynchiane, qui però forzato e studiato eccessivamente a tavolino (la scena finale lascia spazio a varie interpretazioni ma si dimostra un orpello alquanto inutile).

Più interessanti si rivelano le parentesi da (sado)snuff movie, le quali offrono allo spettatore alcuni particolari inquietanti e disturbanti, un sottomondo di pornografia e perversione dove il protagonista affonda sempre di più, finendo per restare coinvolto in un gioco al massacro di sesso e morte. Ma la vera star su cui Grandrieux punta i riflettori è la bravissima Ariane Labed (Hélène), scheletrica figura già salita alla ribalta con “Attenberg” (2010) di Athina Rachel Tsangari e poi ancora con due opere di Yorgos Lanthimos, “Alps” (2011) e “The Lobster” (2015). E’ lei la candida vittima che incarna il e la sottomissione, un corpo abusato spesso illuminato da fari accecanti, come nella debordante scena dello stupro girata nel bosco.

“Malgré La Nuit” è un film ostico, etereo e incerto come i suoi personaggi, un affresco stilistico che riassume un modo di pensare lontano da ogni legge cinematografica convenzionale. Ragion per cui Philippe Grandrieux dimostra coraggio, sensibilità artistica e un talento cristallino fuori dal comune, ma ciò non significa che l’opera in esame sia automaticamente un capolavoro da consegnare ai posteri: il precedente “Un Lac” è di gran lunga superiore, perché contempla un elemento straniante realmente viscerale, qui invece ridotto a un collage di elucubrazioni e virtuosismi che a tratti si mordono la coda. Resta sul piatto quella maestosa carnalità dai contorni impalpabili, quel mood soffuso e seducente, l’ossessione per una ricerca che si risolve nell’incubo di tre esistenze (con)fuse tra loro. Un flusso inarrestabile per la gioia dei nostri occhi, malgrado tutto.

Recensione: cinemaestremo.wordpress.com

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By Anam

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