TINY FORNITURE [SubITA]

Titolo originale: Tiny Forniture
Paese di produzione: USA
Anno: 2010
Durata: 92 min.
Genere: Commedia
Regia:

Film indipendente che ha raccolto le lodi di e James Brooks, girato in 15 giorni, diretto e interpretato nella casa di famiglia (e con la sua nel cast) dalla 24enne newyorchese Lena Dunham, al suo secondo lungometraggio.
Si tratta del secondo film di Lena Dunham, che è anche la protagonista principale nei panni della ventiduenne Aura, di ritorno nel loft della madre, di successo, dopo 4 anni di college e una laurea in Teoria del Cinema che non sa come utilizzare.

Oltre all’inutile diploma, le cose nella sua non vanno molto bene: si ritrova una precoce e ambiziosa sorella adolescente che definisce la vita di Aura “praticamente l’epilogo di Felicity”, un fidanzato che la molla per andare alla ricerca di se stesso, poche centinaia di visite ai suoi lavori di -arte sul suo canale Youtube, e un criceto che sta morendo.

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Ritroverà anche il suo miglior amico d’infanzia, che non ha mai lasciato casa, e fantastica sia su un affascinante regista in città per lavoro, conosciuto in una festa nell’East Village, che sullo Chef, il cuoco del ristorante dove trova lavoro.

Nella vita, la Dunham, laureata in scrittura creativa e tornata in famiglia, si è occupata di lavori saltuari come commessa, segretaria e baby sitter, finchè non ha girato Tiny Furniture con una Canon 7D nel loft di Tribeca, di di sua madre (e ha chiamato proprio lei, Laurie Simmons, affermata fotografa, a interpretare Siri, la radical chic di Aura, e la sorellina Grace a interpretare la sorella di Aura, Nadine). Ha voluto nel film anche un’amica d’infanzia, Jemima Kirke.

“Tutto ciò che scrivo è una miscela di realtà e finzione. Non mi espongo, anche sul mio twitter e sul mio blog, per creare una specie di culto intorno alla mia persona. Semplicemente è importante per me restare aperta e sincera su ciò che è realmente la mia e mi preoccupo poco di ciò che le persone pensano di me. Sulle critiche la penso come Rhett Butler: la reputazione è qualcosa di cui le persone coraggiose possono fare a meno” racconta la giovane regista in un ritratto-videointervista di Anne Thompson su Indiewire.
(sentieriselvaggi)

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Come si chiamano più quei film americani con i protagonisti che non riescono a stare zitti e blaterano di ogni cosa in stile pseudointellettuale come fossero Woody Allen reicarnato in un deficiente…? Mi pare esista una categoria precisa per questi film. Boh. Comunque qua c’è Albanese mche interpreta una ragazzina americana sveglissima, che chiacchiera di niente ma molto molto argutamente e fa cose e vede gente, in un’elisse vorticosa ai margini della e di un qualunque significato e senza amore, dando così vita e dinamica a un film piacevole leggero, abbastanza spiritoso e piacevolmente pieno di librerie colme. Buona visione.

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