THE INCREDIBLE SHRINKING WKND (SubENG)

Titolo originale: El increíble finde menguante
Titolo internazionale: The Incredible Shrinking Wknd
Paese di produzione: Spagna
Anno: 2019
Durata: 93 min
Genere: Fantascienza, Drammatico, Psicologico
Regia: Jon Mikel Caballero

Sinossi:
Alba è una giovane donna che trascorre un fine settimana con un gruppo di amici in una casa di campagna. Tra risate, rancori e tensioni non dette, qualcosa di inspiegabile accade: il tempo comincia a ripetersi, ma ogni ciclo dura un’ora in meno. Intrappolata in un vortice temporale che si restringe progressivamente, Alba deve affrontare il vuoto dentro di sé prima che il suo mondo – e il tempo stesso – si dissolvano del tutto.

Recensione:
C’è una malinconia silenziosa, quasi cosmica, che avvolge El increíble finde menguante. Jon Mikel Caballero costruisce un film che, dietro la superficie di un dramma generazionale, nasconde un esperimento metafisico sulla consunzione del tempo, sull’entropia emotiva e sulla lenta scomparsa dell’essere. Il titolo, volutamente ironico e dissonante, si trasforma presto in un presagio: non è solo il weekend a restringersi, ma la stessa percezione di realtà, di futuro, di possibilità.

Alba (interpretata magistralmente da Irene Ruiz) è un personaggio che vive nella precarietà della giovinezza estesa: quel limbo dove tutto sembra ancora possibile, ma in cui il tempo comincia a chiedere il conto. Inizialmente spensierata, cinica, sospesa tra l’immaturità e la paura di crescere, viene risucchiata in un loop temporale che non ha la furia spettacolare dei paradossi hollywoodiani, ma la sottigliezza di un incubo esistenziale. Ogni ciclo non è solo un minuto in meno sul cronometro dell’universo, ma un frammento sottratto alla sua identità.

La scelta registica di Caballero è tanto semplice quanto geniale: ridurre progressivamente il formato d’immagine. All’inizio widescreen, poi sempre più stretto, fino a diventare un quadrato oppressivo. È il linguaggio stesso del film che collassa con la protagonista, come se lo spazio filmico si piegasse al ritmo del suo declino interiore. Questo espediente visivo — così limpido nella sua logica simbolica — riesce dove molti film falliscono: trasformare una metafora in esperienza percettiva.

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Ogni ciclo temporale costringe Alba a rivivere la propria mediocrità: l’amore tiepido, l’amicizia svuotata, il narcisismo generazionale. Ma dietro quella ripetizione non c’è il divertimento del gioco, bensì la tristezza dell’automatismo. Il tempo non è più una linea, ma una morsa. Caballero sembra dirci che l’infinito non è espansione, è contrazione. Non è eterno ciò che dura, ma ciò che si ripete senza senso.

Il film si inserisce nella tradizione dei racconti sul tempo ricorsivo, ma rifiuta la deriva comica o romantica. Qui non c’è nessuna redenzione attraverso l’amore o la morale: c’è soltanto la presa di coscienza della fine. Alba deve guardarsi allo specchio mentre il mondo intorno a lei implode. Ogni volta che il ciclo ricomincia, il tempo sottrae non solo minuti, ma anche energia, luce, presenza. L’universo intero sembra svuotarsi insieme a lei.

È interessante notare come El increíble finde menguante funzioni anche come allegoria sociale. La generazione di Alba — cresciuta tra promesse di libertà e precarietà assoluta — vive un eterno presente che si restringe. Non c’è più un futuro da costruire, solo una realtà che si consuma per inerzia. Il film, pur non dicendolo mai apertamente, parla della gioventù europea post-2008, dei sogni sgretolati, dell’inerzia che sostituisce il desiderio. È una distopia emotiva mascherata da viaggio intimo.

Ma El increíble finde menguante è anche un film profondamente poetico. Il modo in cui Caballero usa la luce — calda, estiva, ma progressivamente più spenta — e il suono — sempre più rarefatto — crea un senso di sospensione quasi spirituale. Non è solo il tempo a restringersi, ma anche la materia stessa del mondo, che si disgrega in particelle di malinconia. Quando l’inquadratura finale si chiude, non è solo la fine di un weekend, ma l’estinzione dell’esperienza umana, ridotta a puro ricordo.

In un certo senso, Caballero firma un film esoterico senza volerlo: la contrazione del tempo come simbolo della morte dell’io, della dissoluzione dell’illusione di controllo. La vera paura non è essere intrappolati nel tempo, ma accorgersi che è il tempo a essersi stancato di noi.

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Ciò che resta, alla fine, è un film che si comporta come un sogno al contrario: invece di espandersi nella fantasia, si chiude nella realtà. El increíble finde menguante non esplode, ma implode. È un film che non finisce: semplicemente svanisce, come un ricordo che si consuma nel momento stesso in cui lo si evoca.

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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