Titolo originale: She, a Chinese
Paese di produzione: Regno Unito, Francia, Germania, Cina
Anno: 2009
Durata: 103 min.
Genere: Drammatico
Regia: Xiaolu Guo
Mei, giovane donna cinese, lascia la monotona vita del suo villaggio per trasferirsi nella più grande città vicina. La sua vita però non cambia come si aspettava: licenziata dal lavoro in fabbrica, si innamora di Spikey fino a trasferirsi a Londra. Qui si sposa con Mr Hunt e inizia una nuova vita: alienata e annoiata. La sua frustrazione la porta a intraprendere una relazione con Rachid, immigrato indiano che gestisce un ristorante take away. Si trasferisce da lui, ma presto rimane incinta e sola…
Lei, una cinese
La grammatica fa spesso sembrare i titoli più grandiosi. Con il suo timbro antiquato e la virgola appariscente nel titolo, ci si potrebbe aspettare che “Lei, una cinese” sia una sorta di grande epopea nazionale, in cui i colpi di spada non solo squarciano i nemici, ma delineano anche pesanti dichiarazioni su cosa significhi essere “donna” e “cinese”. In termini di trama, forse non è poi così lontano: una giovane contadina cinese lascia la sua casa per la grande città, e dopo una storia d’amore fallita e un’eredità inaspettata, si trasferisce a Londra, dove fatica a sbarcare il lunario in una terra straniera.
Ma con questo materiale che salta da un continente all’altro, la regista Xiaolu Guo ha creato un film che è una serie di vignette decisamente non epiche. Il paesaggio e i personaggi di contorno cambiano dal cinese all’inglese, e la storia si innalza e si abbassa con stupro, violenza, amore e matrimonio. Tuttavia, non importa l’argomento, Guo lo inquadra sempre nello stesso modo piacevole: decorativamente. La virgola del titolo non è una pausa drammatica; è uno spazio vuoto. Questo tono impossibilmente uniforme quasi rispecchia l’indifferenza della protagonista Li Mei (Huang Lu) nei confronti del mondo che la circonda. Fuggendo nel suo finto iPod mentre suo padre rovista nelle discariche alla ricerca di oggetti di valore per sostenere la sua famiglia, la noia di casa sembra essere il motivo del suo interesse per l’Europa. Eppure, quando arriva lì, sembra disinteressata al suo nuovo ambiente, anche quando le sue attività – come cercare di imparare l’inglese – suggerirebbero il contrario.
L’indifferenza di Li Mei per tutto ciò che non è lei (notevoli eccezioni: Big Ben e ragazzi pericolosi) la rende un personaggio antipatico, ma aiuta anche ad evitare la montagna di cliché sull’esperienza dell’immigrato nella società occidentale. Parte per l’Inghilterra in un momento di dolore, non per disperazione economica, e il paese le offre poche opportunità oltre alla distrazione fugace. I personaggi che incontra, e la struttura stessa del suo viaggio, tuttavia, sono più familiari. Gli uomini sono particolarmente prevedibili: il sexy e pericoloso inglese, il suo amico cinese che la aiuta a trovare un lavoro, il suo datore di lavoro violento.
La performance di Huang Lu è il punto forte del film. È affascinante e inquietante, e il suo sguardo vuoto e indifferente trasmette perfettamente la sensazione di alienazione e solitudine della sua protagonista. Guo dirige con sicurezza, catturando la bellezza della campagna cinese e la desolazione delle strade di Londra. Tuttavia, “Lei, una cinese” è un film che è più interessante per le sue idee che per la sua realizzazione. È un ritratto provocatorio e sfumato dell’esperienza dell’immigrato, che evita i cliché e offre una visione più realistica e complessa.
tinymixtapes.com
Grazie a Giorgio per i subbi
I’m A Fucking Dreamer man !