ÖNDÖG (SubITA)

Titolo originale: 恐龙蛋
Paese di produzione: Mongolia
Anno: 2019
Durata: 96 minuti
Genere: Drammatico
Regia: Wang Quan’an

Alla fine dell’incantevole settimo lungometraggio di Wang Quan’an, appare un titolo buffo: “Basato su storie vere.” È divertente perché non è necessario; questo è il tipo di cinema che rende vere le sue storie nel raccontarle, prendendo vita eccentrica, ciclica, reale – nascite di vitello e macellazioni di agnello – e senza perdita di tempo trasformandolo in dramma. “Öndög” (che significa “uovo”) è sicuramente una proposta d’arte, ma all’interno di quei confini rarefatti merita un’esposizione tanto vasta quanto il maestoso sfondo della steppa, contro la quale la sua dolce, lenta, stranezza manda una colonna di fumo che può essere vista per miglia.

Segnando la quarta apparizione di Wang nel concorso di Berlino, “Öndög” segna anche un gradito ritorno all’intimità (e brevità) del suo Mongolia-set 2007 vincitore dell’Orso d’oro “Tuya’s Marriage” dopo l’adattamento letterario più epico ma meno riuscito del 2011 “White Deer Plain.” E casualmente, trova il regista in competizione con l’altro vincitore dell’Orso d’Oro cinese, Zhang Yimou, in quello che potrebbe, ad un tratto, essere considerato un confronto tra il più venerato regista cinese della Quinta Generazione e Wang, una specie di outlier della sua Sesta.

(https://variety.com/)

 

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