MADELINE’S MADELINE [SubITA] 🇺🇸

 

Titolo originale: Madeline’s Madeline
Nazionalità: USA
Anno: 2018
Genere: Drammatico, Thriller, Visionario
Durata: 93 min.
Regia: Josephine Decker

 

Madeleine ha finalmente ottenuto la parte della protagonista in uno teatrale. La protagonista, però, indossa pantaloni di tuta come lei. E ha anche un gatto come quello suo. E tiene pure in mano un ferro a vapore caldo vicino alla faccia di sua madre, proprio come fa lei.

A volte Madeleine è un gatto, altre una tartaruga. E quando Madeleine è soltanto Madeline, è difficile capire se sia effettivamente lei o se invece si tratti di un’interpretazione del ruolo di Madeline. Agli occhi di sua madreè una fragile ragazzina di sedici anni che ha un incredibile bisogno di essere aiutata; per la sua insegnante di teatro è invece una forza della natura, capace di dare anima e corpo a qualsiasi cosa decida di diventare e di trascinare con sé gli altri allievi. Qualunque cosa sia, Madeline’s Madeline di Josephine Decker è esattamente come la sua protagonista.

Più che un film, un flusso di coscienza. Più che il racconto di alcuni giorni della vita di una teenager americana, l’interpretazione dei suoi sogni, dei suoi pensieri, dei suoi incubi. Più la caratterizzazione di un personaggio di finzione, una performance. Di fronte a Madeline’s Madeline sembra quasi di provare l’esperienza del sonno, non più in una sala cinematografica, ma in un posto fuori dallo spazio e dal tempo. Come se il film si ambientasse in un luogo che non esiste, o forse nascosto in un angolo nascosto della mente di Madeline.

Ogni pensiero, ogni frase, ogni emozione trova, in Madeline’s Madeline, il suo corrispettivo in un’immagine, un ricordo, un sogno. Non esistono appigli o luoghi sicuri su cui fare affidamento; solo un vortice continuo di rimandi, frammenti e sensazioni che, nel loro insieme, definiscono il ritratto affascinante e complesso della fuga nell’irrealtà di una ragazza alla costante della propria identità. Il film della Decker fonde cinema e performing art, ragiona sul linguaggio di entrambe le arti, lo rimescola e dà vita a una forma ibrida di coming of age

Ne nasce un’esperienza spettatoriale che si trasforma in una continua, personalissima riflessione sul proprio io, come se il gioco di collegamenti mentali compiuti dalla protagonista e restituiti in immagini dal film generasse un ulteriore gioco di rimandi che lo spettatore fa, guardando il film. E in questo senso, l’ambiguità del film progredisce di minuto in minuto, allontanando le possibili risposte su chi sia veramente Madeline…

Recensione: cineforum.it

 

 

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By Anam

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