LA SABIDURIA [No Sub]

Titolo originale: La Sabidurìa
Paese di produzione: Argentina
Anno: 2019
Durata: 95 min.
Genere: Thriller
Regia: Eduardo Pinto

Chi non sa fare, insegna, chi non sa insegnare, insegna ginnastica.(Woody Allen). Il grigio giochino delle recensioni: la recensione negativa di Madmass:

“L’argentino Eduardo Pinto con La Sabiduría, in concorso al Ravenna Nightmare Film Festival 2020, propone una trama misteriosa con elementi fantastici e horror per riflettere sull’oppressione maschilista e sulla ribellione delle donne.

Tre amiche (Sofía Gala Castiglione, Analía Couceyro e Paloma Contreras) decidono di trascorrere un fine settimana in un ranch in mezzo alla pampa. Volendo divertirsi partecipano ad una grigliata “allucinogena” e un rito notturno con i braccianti e indios del luogo. Da quel momento in poi le coordinate temporali sembrano ottundersi e le giovani donne entrano in una dimensione da incubo fatta di persecuzioni, abusi e sottomissione. Quella notte sarà per loro l’inizio di una lotta per la sopravvivenza.

Il problema iniziale de La Sabiduría è che impiega un’enorme quantità di temp per presentare la storia, ben lungi dal dare tempo ai personaggi di crearsi un’identità come accade negli horror movie americani. Nella prima metà della pellicola la narrazione non sembra interessante e non trova una direzione chiara. Assistiamo ad una delizia continua di un paesaggio banale – con belle riprese aeree ma inutili – scene di estasi bucolica, apparentemente inquietanti, che abusano dei primi piani e del rallentatore.

I dialoghi tra i protagonisti che sulla carta vorrebbero rappresentare alcuni dilemmi esistenziali, alla resa dei conti non riescono ad andare oltre l’ovvio. Il colpo di scena, alquanto confuso, introdotto dal rituale notturno è un marchingegno attraverso cui portare sullo schermo un insieme di riferimenti che spaziano dalle lotte storiche contadine, ai massacri dei popoli indigeni sino alle estreme conseguenze del patriarcato. Il risultato è prevedibile: le donne vengono lasciate in balia della mascolinità e trattate come bestiame, perseguitate dagli indios e dai braccianti e sottomesse all’autorità dei bianchi.

La bella fotografia della Pampa ed il buon cast cercano di supportare al meglio questa avventura che perde consistenza man mano che si dipana. Il riesce comunque ad impiegare efficacemente le sue tre attrici, che sono capaci di superare lo stereotipo alla base del film. Sfortunatamente il facile manicheismo della pellicola, rivelato attraverso l’equazione che gli uomini sono crudeli e le donne sono solo vittime, almeno fino a quando non decidono di imbracciare le armi, non lo rende una riuscita rivendicazione femminista.

La Sabiduría pretende di importante per i temi trattati, ma li argomenta in modo superficiale. Incastrato in una terra di mezzo non riesce a rivelare ciò che si proponeva: temi importanti e risalenti come il maschilismo, il patriarcato e il razzismo rimangono in una zona grigia e tutto sommato monodimensionale.”

La recensione positiva di Derzweifel:

“La Sabiduría è un film del 2019 diretto dal argentino Eduardo Pinto. Presentato al Ravenna Nightmare Film Fest 2020 nella sezione del Concorso Internazionale Lungometraggi. Classe 1968, dopo alcuni film come Caño dorado e Palermo Hollywood, Pinto sbarca al Ravenna Nightmare con un’opera che ora, maggiormente, determina il grande e impetuoso sviluppo del cinema argentino.

La Sabiduría, a cavallo fra il genere horror e il thriller, è un interessante esempio di cinema dove si mescola terrore, mistero e cultura. La pampa, i nativi e i gauchos decorano il panorama in cui le tre protagoniste si immergono per poi riuscirne sempre estraniate e totalmente trasformate.

La Sabiduría (2019) – La trama
In un’ampia e alquanto lenta overture Pinto presenta le tre amiche e protagoniste, interpretate da Sofía Gala, Analía Couceyro e Paloma Contreras. Queste, ognuna con i rispettivi problemi e preoccupazioni, decidono di prendersi una pausa dalla grande città per passare un weekend di tranquillità in campagna.

Nell’immensità della pampa, affittano una casa e lo stesso giorno del loro arrivo vengono invitate da alcuni uomini a partecipare ad una festa. Dopo quello strano party la mattina dopo una delle tre scompare misteriosamente. Le due amiche, confuse e impaurite, iniziano a cercarla ma andranno ad incappare in uno strano e inquietante piano. Piano che è meticolosamente giostrato dagli abitanti di quel luogo tanto affascinante quanto pericoloso.

La Sabiduría, che prende il nome dal ranch dove le ragazze vanno per ritrovare un po’ di pace, mette in contrapposizione due mondi da sempre disuniti e incompatibili. Dalla fumosa e trafficata Buenos Aires si passa alla sterminata pampa con i cavalli allo stato brado e con tutte le differenze che esistono in un luogo estraneo. Pinto dirige in questa modernità un film che riprende problematiche vecchie di secoli. Il instaura un mix di generi e temi che fanno de La Sabiduría un ambiguo documento che fonda le sue radici nell’America Latina, in particolar modo nella grande e variegata Argentina.

Una tematica, fra le tante, è la conquista degli spagnoli nel nuovo mondo. La presenza indiana nel film è un perfetto spunto per poter parlare di una cicatrice ancora aperta e che tutt’ora è sintomo di una disorganica unione di uomini, lingue e culture. Il misterioso e tenebroso indiano, che si presenta alle tre ragazze nella e negli incubi dovuti alla droga, rappresenta il primo tema scottante della pellicola di Pinto. Il nativo è un marginale personaggio calpestato, sacrificato, annientato e privato della propria natura e terra, che ora è simbolo di quella tragica vicenda.

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Tuttavia c’è anche il gaucho: l’amato e odiato elemento della pampa che molte volte ha visitato i pensieri sociali, politici, letterari ed artistici dell’Argentina. Sin dal suo non coltivare la terra, lasciata poi agli immigrati italiani ed europei, fino alla guerra fra Argentina e Brasile, il gaucho è sempre stato a cavallo fra il bandito e il patriota per eccellenza. Una figura eroica e al tempo stessa solitaria e pericolosa. Nel film di Pinto è, come quella stessa terra selvaggia e brulla, un individuo dalle radici antiche e radicate e al contempo arido ed estremamente insidioso.

Le tre ragazze e amiche caratterizzano invece la metropoli. Più in generale, la cultura europea che come un virus entra in terra vergine e selvatica e la stravolge. Eppure è lo stesso individuo di città ad avere la peggio, almeno per buona parte della pellicola. Il personaggio di Robles, il proprietario del ranch che poi si scopre il vero grande antagonista, è egli stesso un uomo diviso a metà. Da una parte si denotano in lui i più civili e raziocinanti modi del cittadino. Dall’altro c’è tutto un mondo antico che sembra riportarci alla tratta degli schiavi e al delitto d’onore.

La Sabiduría inizia come un dramma generazionale per poi svilupparsi in un film del terrore. La mescolanza di vicende e tematiche, tuttavia, non sempre gioca a favore della pellicola. Essa si ritrova alla fine ad un’opera ambigua senza un vero e proprio genere al quale fare riferimento e nel quale cercare risposte.

Un’attenzione particolare va comunque data alla seconda parte de La Sabiduría. In essa c’è un arguto e geniale omaggio al romanzo del 1924 di Richard Connell, La partita più pericolosa (The Most Dangerous Game). L’opera in questione narra di una caccia al giaguaro che si trasforma ben presto ad una caccia all’uomo, nel verso senso della parola. Nel film di Pinto succede praticamente lo stesso. Le tre protagoniste si trasformeranno in prede e quella strana vicenda in una grande e sanguinolenta battuta di caccia.”

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