LA CHISPA DE LA VIDA [SubITA]

Titolo originale: La chispa de la vida
Nazionalità: Francia, Spagna, USA
Anno: 2011
Genere: Commedia, Drammatico
Durata: 94 min.
Regia: Álex de la Iglesia

Il regista di Ballata dell’odio e dell’amore presta il suo umorismo barocco alla tragedia di un uomo normale, crocifisso dalla crisi e dell’accanimento mediatico più spietato.

In L’asso nella manica, Billy Wilder ritraeva un giornalista ambizioso, litigioso e senza scrupoli (impersonato magistralmente da Kirk Douglas) che arriva ad Albuquerque con l’intento di trovare lavoro nel giornale locale. Raggiunto questo scopo, l’inanità della città lo stimola talmente poco che, quando capisce che un incidente può trasformarsi nel suo grande successo professionale, non esita a sfruttarlo: un povero uomo rimane intrappolato tra le rocce di una miniera. Intorno a questo fatto, viene montato un circo mediatico che calpesta i sentimenti sia del malcapitato che della sua famiglia.

Alex de la Iglesia ha adattato, nella sua nuova commedia drammatica La chispa de la vida, una sceneggiatura di Randy Feldman che assomiglia molto alla del film di Wilder, ma molto meno viscerale della sua opera precedente, l’impetuoso Ballata dell’odio e dell’amore (e meno costoso nella sua produzione). Qui si osserva il circo mediatico che si sviluppa intorno a Robert, un povero disgraziato che subisce mille umiliazioni al giorno e che, nel tentativo di trovare lavoro, bussa alla porta di un vecchio amico che dirige un’impresa moderna e potente. Le rocce della di Wilder cedono il passo alle pietre storiche di un teatro romano restaurato, pronto per essere inaugurato in pompa magna e con il compiacimento dell’autorità locale. E la gabbia che imprigiona il povero disgraziato protagonista qui è un pezzo di ferro di diversi centimetri che, dopo una caduta assurda, gli si incastra nel cranio. I miserabili mezzi di comunicazione, avidi di sangue, faranno a gara per sfruttare il potenziale emotivo dell’incidente intervistando in esclusiva il malcapitato, intorno al quale si assieperà il pubblico curioso, le telecamere predatrici e una famiglia (capitanata dalla messicana Salma Hayek) che non capisce cosa diavolo succeda.

Ma la grande differenza tra il film di Alex de la Iglesia e quello di Billy Wilder sta nel punto di vista, dove il regista basco decide di collocare la camera e chi sceglie di mettere il luce. Se infatti Wilder non si separava dal giornalista senza scrupoli, De la Iglesia sceglie di farci perdere la testa insieme al disoccupato disperato interpretato dal comico José Mota. Ci fa sperimentare la sua angoscia, il suo terrore e soprattutto ci fa sentire, come lui, la necessità di arrivare a vendere la nostra anima quando la crisi ci attanaglia.

La chispa de la vida è quindi un nuovo esempio di un cinematografico emerso in questa difficile congiuntura economica, un tipo di film, che come la tragicommedia Cinco metros cuadrados, rivendica la dignità, il rispetto e la resa dei conti in una società malata che continua a sfruttare il pesce piccolo mentre i grossi continuano, impuniti, a perpetuare uno stile di vita in cui domina il materialismo, l’insensibilità e l’egoismo più vergognosi. Questo denunciano questi film dal sorriso amaro, capaci di farci contemplare attoniti il grande nonsense in cui siamo abituati a vivere, un grande carnevale (o circo, per restare fedeli all’universo di Alex de la Iglesia) di cui facciamo inevitabilmente parte. La cosa peggiore è che siamo talmente immersi nel suo vortice inarrestabile che potremmo arrivare a pensare, come il protagonista di La chispa de la vida, che non ci resta altro che accettare le sue intollerabili regole, se vogliamo sopravvivere. Una prospettiva terribile, dolorosa e assurda come un pezzo di ferro piantato nel cervello.

Guarda anche  CHIEN [SubITA] 🇫🇷

Recensione: cineuropa.org

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By Anam

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