MI GRAN NOCHE [SubITA]

Titolo originale: Mi Gran Noche
Nazionalità: Spagna
Anno: 2015
Genere: Commedia
Durata: 110 min.
Regia: Álex de la Iglesia

Álex de la Iglesia è un uomo di parola: durante le riprese di Mi gran noche minacciò che il film sarebbe stato “un parco di divertimenti in cui lo spettatore sarebbe stato trasportato in un mondo impazzito pieno di mostri e clown crudeli”). E c’è riuscito, in pieno. La sua presentazione a San Sebastián è stata come l’arrivo di un circo d’ispirazione berlanguiana, con una copertura mediatica degna della star che è il regista di Bilbao.

E inoltre il regista di Ballata dell’odio e dell’ [+] ha scelto di liberarsi dell’intensità e dei temi riflessivi per abbracciare il divertimento vero e proprio: lo spettatore che vede Mi gran noche -che ha suscitato tanta curiosità al 63° Festival de San Sebastian dopo la parata trionfale al 40° Festival di Toronto- esce dalla sala con voglia di ballare, cantare, ubriacarsi e fare sesso: un uomo esuberante a cui si aggiungono un umorismo scanzonato, una macchina da presa impazzita e sotto anfetamine e numeri musicali incredibili, degni di uno studente avanzato di Valerio Lazarov.

Forse non c’è molto da scavare sotto questo fuoco d’artificio audiovisivo, ma a chi importa cosa succede fuori mentre si festeggia il Capodanno? Si tratta di divertimento, puro e semplice, anche se, per inciso, De la Iglesia ha disseminato nella trama alcune critiche al Paese che tanto ama, chiamato Spagna: dirigenti corrotti, scioperi violenti e ambizioni losche popolano quest’allegro banchetto non adatto ai vegani: qui il latte intero, le calorie e lo champagne scorrono a fiumi, e si assaporano con gusto.

Naturalmente, bisogna parlare di Raphael, poiché il suo ritorno al cinema è uno degli del film di Álex che più si connette al suo film d’esordio, Acción mutante, e con il successivo Muertos de risa, anch’esso dedicato alla televisione: il divo melodico (ri)appare divertente abbastanza da imitare se stesso dando vita ad Alfonso, un padre dispotico e divino (Carlos Areces) che, come un Liberace spagnolo, mostra potere e glamour. Egli è la star veterana di un programma speciale di fine anno che si gira mesi prima, in cui dovrà competere con un giovane cantante di electro latino (Mario Casas) che si esibisce subito dopo il suono delle campane: il momento mediatico più ambito del nuovo anno.

Sulla Terra, nella squadra della gente comune, troviamo gli extra che fanno da pubblico di questa festa: Pepón Nieto, Blanca Suárez e Terele Pávez. E tra la fauna della televisione, una fogna governata da dispetti, si azzuffano Carmen Machi, Santiago Segura e Luis Callejo. Senza dimenticare i presentatori dello spettacolo: Hugo Silva e Carolina Bang, che aprono il film con un numero musicale energetico. Ma a parte le altre due grandi canzoni “rafaelesche” che alleggeriscono la trama corale, alquanto artificiosa, troviamo la canzone Bombero, interpretata dal personaggio di Casas, un pezzo di Chayanne riciclato dal regista e dal suo inseparabile sceneggiatore Jorge Guerricaechevarria, che resterà in testa allo spettatore per giorni. E il regista basco ha preso dall’armadio il suo lato più impertinente, come dimostrano anche gli omaggi da cinefilo a Cape Fear, Guerre Stellari o Arma Letale, che delizieranno il pubblico senza pregiudizi: Mi gran noche ha affascinato il Canada e speriamo lo faccia anche al botteghino quando invaderà le sale spagnole il 23 ottobre.

Recensione: cineuropa.org

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By Anam

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