Titolo originale: Peur(s) du noir
Paese di produzione: Francia
Anno: 2007
Durata: 83 min.
Genere: Animazione, Horror, Thriller
Regia: Blutch, Charles Burns, Marie Caillou
Attraverso sei storie fra di loro interconnesse (e raccontate tutte con campiture monocromatiche che privilegiano il bianco e il nero) ognuno di loro ci racconta i motivi ancestrali che legano la sensazione della paura all’oscurità.
Piccoli racconti su grandi paure che appartengono alla sfera privata di ogni individuo. C’è un uomo che si aggira in una campagna di cui non è dato sapere né il nome né il tempo né il luogo conducendo dei cani rabbiosi che scatena contro passanti innocenti; un giovane studioso di scienze è vittima di una cavalletta che anni prima aveva catturato nel bosco; una giovane ragazza giapponese è vittima di esprimenti sul sonno e gli incubi; un coccodrillo terrorizza una cittadina e, infine, un uomo è vittima del buio e dell’inverno nella sua casa isolata.
Tutte le storie sono intramezzate da una voce di donna fuoricampo che racconta le sue paure “sociali”: perdere il proprio tenore di vita, avere una vita qualunque, essere considerata solo “carina”.
Un anno di lavoro di alcuni maestri dell’animazione – tra gli altri Blutch, Lorenzo Mattotti e Charles Burns – ha prodotto un piccolo gioiello di genere, una sorta di pamphlet sulle piccole paure che si nascondono nei meandri oscuri della mente, raccolte sotto il titolo Peur(s) du noir, traducibile in “paure del buio”. Ecco che, questa carrellata di storie alla Edgar Allan Poe ci trasporta al di là della linea immaginaria dei terrori atavici: la paura dei cani e delle bestie feroci, dei fantasmi, degli insetti e, ovviamente, quella del buio.
Coraggioso il tentativo di rompere gli schemi della narrazione e soprattutto di come è rappresentata la realtà fantastica e onirica. Soprattutto l’ultimo episodio è, in questo, un piccolo manifesto: lo schermo è per lo più al buio, un piccolo cono di luce illumina dettagli che si confondono e trasformano: è la carta da parati o il vestito di uno spirito? Una bottiglia o un’arma? Piccole storie per spaventare senza conformismi, disegni e voci che ritroveremo come fonte di ispirazione nei capolavori di domani.
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