THE TUNE (SubITA)

Titolo originale: The Tune
Paese di produzione: USA
Anno: 1992
Durata: 69 min.
Genere: Animazione. Commedia, Fantastico
Regia: Bill Plympton

Del, innamorato di Didi, è uno scrittore di canzoni al servizio del signor Mega. La sua per unìottima canzone lo porta al del Wacky Flooby Nooby, dove si può solo imparare a le canzoni dal cuore.

È lo stesso Bill Plympton a presentare questo geniale lungometraggio a cartoni animati del 1992. Con la complicità di una improvvisata interprete spiega che ha con sè alcuni disegni, e copie dei suoi lavori in Dvd. I disegni saranno venduti a 10 euro, i Dvd a 20. La vendita sarà effettuata prima della proiezione, dopo, spiega Plympton, “sarò troppo stanco, perché vado a da qualche parte!“. È quindi il disegnatore ad incitare gli spettatori a raggiungere lo schermo, ai cui piedi sta disponendo il materiale. Il pubblico borbotta e reagisce con un certo gelo, ma è lo stesso artista a tramutare, di colpo, l’arroganza in necessaria e vitale schiettezza. “I soldi che mi date“, spiega infatti, “mi servono per finanziare i nuovi lavori“. Ma a sedurre definitivamente, dopo il mercatino e l’autografo di rito, è la visione del primo film del comunicativo fumettista, intitolato “The Tune”. Si tratta di un vero e proprio musical suddiviso in dieci canzoni, che sono altrettanti corti. La prevede la ricerca dell’ da parte di un giovane compositore, che ha quarantasette minuti di prima di incontrare un importante produttore e presentare il proprio lavoro. Il protagonista intraprende così un viaggio che attraversa dieci diverse situazioni e altrettanti generi musicali, con canzoni scritte da Maureen McElheron.

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Il risultato è davvero strepitoso, con i disegni, dal riconoscibile tratto a matita, animati con incredibile fluidità (la tecnica utilizzata è il “passo quattro”, cioè un disegno ogni quattro fotogrammi, in pratica sei al secondo) e supportati da idee in continuo divenire che ravvivano senza sosta la narrazione. Tra le canzoni, la più esilarante è senza dubbio il “No nose blues”, cantata da un tassista privo, appunto, di naso. Tra gli episodi, tutti liberamente folli, acuti e ingegnosi, il più divertente è forse “Push comes to shove”, che racconta la di due uomini a colpi di pugni, in un crescendo di deformazioni facciali dall’esito imprevedibile. Presentato anche autonomamente a Cannes nel 1991, ha vinto il Gran premio della Giuria e il riconoscimento è servito all’artista per ottenere i fondi per ultimare il film.

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By Anam

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