CLOSE (SubITA)

Titolo originale: Close
Paese di produzione: Francia
Anno: 2022
Durata: 105 min.
Genere: Drammatico
Regia:

Opera seconda del regista belga, Close è il sincero ritratto di un’amicizia e delle sue evoluzioni. Emozionante, avvolgente e brutale, il film conferma il talento di Dhont e la forza della sua idea di cinema.

Con il suo primo lungometraggio, Girl, il regista belga era meravigliosamente uscito dai canoni del racconto di per raccontare la dura e tenera vicenda di un ragazzo impegnato nella propria transizione di genere, affermandosi come un regista dotato di rara sensibilità. Con il suo secondo lungometraggio, Close, egli rientra invece nei più classici binari del genere coming of age, senza però perdere la propria grazia e la propria originalità nel raccontare i più giovani. Presentato nel Concorso del Festival di Cannes, dove ha vinto il Grand Prix Speciale della Giuria, e poi ad Alice nella Città, sezione parallela e autonoma della Festa del Cinema, il film si afferma dunque come gioiello di dolcezza ma anche per la brutale onesta con cui ritrae il delicato periodo dell’adolescenza.

Protagonisti di questo racconto sono i tredicenni Léo (Eden Dambrine) e Rémi (Gustav De Waele) da sempre migliori amici o “quasi fratelli” come si definiscono loro, che trascorrono insieme tutto il loro tempo libero, vivendo avventure, raccontandosi di tutto e condividendo ogni emozione. Quando l’estate finisce e le scuole superiori iniziano, i due diventano anche compagni di classe. Qui, il loro legame speciale non manca di attirare l’attenzione di alcuni altri studenti e dalla loro curiosità sorge una domanda semplice e ingenua, che però darà vita ad un vero e proprio terremoto nel rapporto tra i due amici. Da quel momento in poi, i due scopriranno quanto possa essere doloroso crescere e cambiare come persone.

In conflitto con sé stessi
Un elemento particolarmente affascinante di Girl era dato dal fatto che il conflitto vissuto dal protagonista relativamente alla propria volontà di cambiare sesso non era dato dallo scontro con quanti intorno a lui, bensì con sé stesso. La transizione di genere e il bisogno di una nuova autodeterminazione dovevano dunque necessariamente passare attraverso l’ da parte dello stesso protagonista e non dalla società in cui è inserito, che al contrario veniva rappresentata come particolarmente aperta nei confronti di tale cambiamento. Similmente, in Close, il conflitto che si viene a generare tra i due adolescenti protagonisti è scaturito primariamente da loro stessi.

È vero, viene posta una fatidica domanda sulla del loro rapporto e non mancano i momenti in cui gli altri loro coetanei esternano commenti inopportuni a riguardo, ma da qui in poi quanto avviene diventa l’espressione del modo in cui i due protagonisti iniziano a riflettere sul proprio legame e sulla loro identità. Il desiderio di essere accettato sembra per Léo divenire l’unica cosa che conta e a quell’età è assolutamente comprensibile che sia così. Dhont porta dunque in scena un momento notoriamente delicato nella vita di ogni essere umano, dove al desiderio di crescere va di pari passo anche una forte paura per ciò che potrebbe restare indietro e ciò che si potrebbe trovare di nuovo lungo il percorso.

Close, come si anticipava in apertura, segue dunque con maggior attenzione i canoni e le classiche tappe di questa tipologia di racconti. All’interno di questa cornice, che potrebbe in apparenza far pensare ad un passo indietro rispetto al suo primo film, Dhont inserisce tutti quelli che già in Girl apparivano essere i suoi principali interessi come regista. Come suggerisce il titolo del film, egli rimane particolarmente vicino ai suoi personaggi, facendoli esprimere più con i gesti e gli sguardi che non con le parole. Tra primi e primissimi piani, dettagli e particolari, Dhont trova dunque il modo di far emergere tutte le emozioni che un racconto come questo porta naturalmente con sé.

Ci sono calore e tenerezza in Close, che la splendida fotografia di Frank van den Eeden (qui alla sua seconda collaborazione con Dhont) sottolinea ripetutamente attraverso l’esaltazione di determinati colori, luci e di quei primi piani struggenti. Con questo stesso calore, però, sono raccontati anche i momenti più intensi e drammatici, che colpiscono proprio per via della loro semplicità e che tutti potremmo aver vissuto crescendo. Come avvenuto per Girl, inoltre, anche in questo caso il regista trova gli interpreti ideali e si conferma un abile direttore d’attori, capace di tirar fuori da loro la più pura sincerità e tutte le emozioni presenti nell’animo dei loro personaggi.

Guarda anche  FRITZ THE CAT [SubITA] 🇺🇸

Oltre a tutto ciò, Dhont dà in generale ulteriore prova di possedere un grande controllo come regista, dosando al punto giusto il dramma, la spensieratezza e le emozioni, facendo sì che ogni parte del film risulti coesa e coerente con quella prima e quella seguente. Così facendo riesce a cogliere la vitalità dei suoi due protagonisti ma anche il loro senso di smarrimento. Close, in fin dei conti, risulta un’opera così forte emotivamente proprio per il suo porsi interamente alla loro altezza e in ascolto delle loro emozioni, cogliendone e amplificandone le gioie e le paure. Scene come quella ambientata nel bosco o quella all’interno dell’autobus sono un perfetto esempio dell’abilità di Dhont di comprendere e raccontare il mondo interiore dei più giovani.

(https://www.cinefilos.it/)

Come è stato il film ?
+1
0
+1
1
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
+1
0
0 Comment

No Comment.

Related Posts

AGRAfilm è ONLINE AGRAfilm è OFFLINE