CHILDHOOD’S END [SubITA]

Titolo originale: Childhood’s End
Nazionalità: USA
Anno: 2015
Genere: Drammatico, Fantascienza, Serie TV, Thriller
Stagioni: 1 [miniserie] – Episodi: 3
Durata: 80 min. [episodio]
Ideatore: Matthew Graham
Regia: Nick Hurran

Nel 2016 la viene sconvolta dall’arrivo di una misteriosa aliena. Animati da intenzioni tutt’altro che bellicose gli Overlords – così vengono chiamati – decidono di intervenire per risolvere i problemi del pianeta, celando però la loro natura. L’unico dialogo tra le razze è infatti quello tra l’agricoltore americano Ricky Stormgren (Vogel), scelto come ambasciatore degli extraterrestri, e il controllore Karellen (Dance) che però si nasconde alla vista dell’umano. Il passaggio all’auspicata età dell’oro dell’umanità non sarà comunque privo d’insidie e sconvolgerà molte vite, quella di Stormgren e della sua compagna Ellie (Betts), quella del giovane astrofisico Milo Rodricks (Ikhile), della fervente cristiana Peretta Jones (Stone) e di tanti altri.

Un montaggio iniziale per riassumere un allo sfascio, poi la discesa dei dischi volanti. Ma Childhood’s End non è Independence Day. La trama imbastita da Arthur C. Clarke e adattata da Matthew Graham non è solo un pretesto per mostrarci una sequenza fracassona di battaglie per poi condirla con un discorsetto edificante alla volemese tutti bene. Perché qua le concessioni fatte a Hollywood (un protagonista che è un atletico agricoltore del Midwest e non un politicante avanti con gli anni) non smorzano la provocatorietà delle premesse del originale, perfetto esempio di quella età dell’oro della fantascienza (uscì nel 1953) che non sempre svelava il talento delle penne più sopraffini ma che compensava il deficit tecnico con la finezza del pensiero. Può un avere l’aspetto meno atteso? Può esserci una vera nel cedere in delega il proprio destino? La forza delle domande resta, accompagnata da un inizio in res che lascia intendere un finale tutt’altro che lieto, tra tensioni politiche e religiose, tra positivisti e cinici per professione, ottimisti, pessimisti e tutte le sfumature che separano i due estremi. Tutto questo viene reso anche da una messa in scena di buon livello che non gode dei budget stratosferici delle produzioni Hbo, Netflix e Amazon ma che non si accontenta di scenografie modeste ed effetti speciali da due soldi. Ottimo poi il casting di Charles Dance, che avvolge con la sua rassicurante buona parte delle scene, salvo poi svelare una diversa, sinistra. La sensazione che si ha guardando il primo dei tre di Childhood’s End è che alla fine bastasse davvero il minimo indispensabile per rendere questa serie un prodotto oltre la media della fantascienza in tv e questo minimo indispensabile c’è stato. Per il resto il merito vada ad Arthur C. Clarke, un grande della fantascienza, e a quelli che hanno deciso finalmente di portarlo in tv.

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Recensione: geekshow.it

By Anam

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