AFTERSHOCK [SubITA]

Titolo originale: Tang shan da di zhen
Nazionalità: Cina
Anno: 2010
Genere: Drammatico
Durata: 135 min.
Regia: Feng Xiaogang

Nel 1976 un terribile terremoto sconvolge la regione del Tangshan, in Cina. Ovunque si percepisce l’odore di morte e distruzione e una donna, il cui marito è morto sotto le macerie, è messa di fronte al bivio più difficile della sua esistenza: i due piccoli figli, un maschio e una femmina, sono intrappolati sotto un pilastro di cemento e i soccorritori le chiedono quale dei due salvare. In osservanza delle rigide disposizioni cinesi, la madre sceglie il bambino. Data ufficialmente per morta, anche la figlia riesce a salvarsi ma è adottata da un’altra famiglia. Dopo trentadue anni, un nuovo tragico evento riunirà casualmente la famiglia, incapace di superare il dolore vissuto nel tempo. 

Tratto da un libro di grandissimo successo ispirato a una storia vera che ha dell’incredibile, Aftershock è probabilmente il film più costoso della storia del cinema cinese, nonché uno di quelli che ha incassato di più. Parte con 20 minuti di ricostruzione di una delle catastrofi più grandi della storia umana, con grande profusione di mezzi, ma presto diventa una storia corale che attraversa la storia della Cina. Feng Xiaogang, è stato definito a ragione lo Steven Spielberg cinese: capace di produzioni autoriali e alternative, se messo al servizio del blockbuster riesce ad accontentare tutti, compresa la critica. Se infatti la sceneggiatura di partenza manca di approfondimento sui temi politici, storici e sociali che vengono solo nominati, e sfocia costantemente nel melodramma più spudorato, la regia riesce magicamente a rendere tutto più sobrio, con meno pathos e quindi molto più veramente commovente. Feng lascia da parte ogni firma autoriale e si affida a una ricostruzione storica in cui la fotografia e soprattutto i dettagli, sia psicologici sia di scenografia, riescono a darci l’illusione di vivere per davvero l’epopea di un popolo straordinario.
Scene da ricordare: oltre alla sequenza iniziale del terremoto, di impatto davvero sconvolgente, ricordiamo la stupenda scena dei funerali di Mao, che sfocia quasi nella coreografia da video musicale.
Se siete appassionati di effetti speciali, azione e film catastrofici, guardate solo i primi 20 minuti, ne vale la pena. Se vi piace il cinema di Feng Xiaogang, con ogni probabilità considererete questo film uno dei suoi minori, ma lo amerete lo stesso perché ne apprezzerete l’indubbia solidità. Se odiate le cose melense ma vi commuovete facilmente quando i drammoni sono ben fatti e sinceri, allora vi sarà impossibile non inzuppare centinaia di fazzoletti durante la visione di questo film. Se vi interessa la ricostruzione storica, soprattutto se vista dal punto di vista delle singole persone comuni, questo è il film che fa per voi.
Il governo cinese non ci ha messo troppa censura questa volta, visto che il film è fatto anche per essere esportato. L’unica enfatizzazione eccessiva riguarda la solerzia della Protezione Civile nel Sichuan, a nostro parere, mentre i momenti più delicati vengono al solito saltati a pié pari ma dati per acquisiti. C’è anche posto per un po’ di autocritica, che non sarebbe mai passata qualche anno fa: durante la scena del terremoto, c’è un dettaglio che i cinesi notano decisamente, quando i protagonisti guardano speranzosi l’edificio del governo, e questo crolla miseramente come tutto il resto. Gli episodi citati, come quello sulla morte di Mao, sono descritti e non giudicati.
Degno di nota è decisamente Chen Daoming, l’attore che interpreta il padre adottivo. La sua è un’interpretazione totale, che ci regala un personaggio vero, simbolo e incarnazione, anche negli e nei limiti, di tutto il popolo cinese.

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Recensione: asianworld.it

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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