VITRIOL

Titolo originale: Vitriol
Paese di produzione: Italia
Anno: 2012
Durata: 80 min
Genere: Thriller, Esoterico
Regia: Francesco Afro De Falco

Un investigatore si trova coinvolto in una spirale di misteri, codici alchemici e segreti nascosti nelle viscere di Napoli, dove la linea tra realtà e visione diventa sempre più fragile.

Vitriol è un film che scava come un coltello nella carne del tempo, ma lo fa partendo dalle ombre di Napoli, città doppia, città-labirinto, città che non conosce distinzione tra sacro e profano. Francesco Afro De Falco non gira un thriller canonico: gira piuttosto un’opera iniziatica, una sorta di mappa alchemica disegnata con la lentezza di chi conosce i codici e li dissemina per gli spettatori più pazienti. Il titolo stesso è già dichiarazione di poetica: VITRIOL è l’acronimo latino “Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultum Lapidem” — “Visita l’interno della terra, e rettificando troverai la pietra nascosta”. Una formula che suona come un monito, una porta da varcare.

L’indagine del protagonista non si limita ai fatti: diventa un pellegrinaggio attraverso le stratificazioni simboliche della città. Napoli viene filmata come una cattedrale spezzata, fatta di vicoli che sembrano corridoi cerebrali, di sotterranei che pulsano come vene oscure, di statue e affreschi che diventano segni da decifrare. Qui la città non è un semplice scenario: è la vera protagonista, un organismo vivo che custodisce la sua alchimia sotto strati di polvere, superstizione e memoria.

Lo stile di De Falco è volutamente enigmatico: le immagini non spiegano, evocano. Il racconto scorre in una maniera quasi esoterica, con dialoghi che sembrano frammenti di un manoscritto criptico più che battute di sceneggiatura. Questa scelta, che può apparire respingente, è invece la chiave dell’intera operazione: lo spettatore non è accompagnato, ma gettato in un labirinto. Non c’è appiglio se non la volontà di lasciarsi possedere dal simbolismo. È un cinema che richiede fede, attenzione, e soprattutto la disponibilità a non capire subito.

Guarda anche  NUIT NOIRE [SubITA]

Molti critici l’hanno considerato un esercizio oscuro e cerebrale, incapace di offrire un vero arco narrativo. Ma questa è forse la sua forza: Vitriol lavora sul non detto, sulle ellissi, sul potere ipnotico delle immagini. L’indagine diventa metafora di una ricerca interiore, quasi un rituale di iniziazione per lo spettatore stesso. Ogni incontro, ogni frammento di codice, ogni simbolo inciso è un tassello di un mosaico incompiuto, che non rivela una verità unica ma un invito a continuare a cercare.

Si percepiscono echi di Carmelo Bene, di Ruiz, di certi sperimentalismi sotterranei italiani mai del tutto digeriti dall’industria. Ma qui la sperimentazione non è solo estetica: è spirituale. È un cinema che cerca l’occulto senza mai renderlo spettacolo, che lavora sul concetto stesso di visione come atto iniziatico. In questo senso, Vitriol non è un film per tutti: è una formula alchemica travestita da noir. Chi lo guarda con occhio impaziente troverà confusione e lentezza; chi invece si lascia permeare scoprirà un’opera-riflesso, una camera oscura che restituisce, in forma di simboli, i propri fantasmi interiori.

Alla fine, il mistero non si risolve. Ma il viaggio — questa lenta discesa dentro le viscere di Napoli e dentro la mente stessa dell’investigatore — diventa la vera rivelazione. Non conta arrivare alla “pietra nascosta”: conta il cammino, la disponibilità a lasciarsi attraversare dalle ombre.

Guarda anche  THE HOLE [SubITA]

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Related Posts