VASE DE NOCES

Titolo originale: Vase de noces
Paese di produzione: Belgio
Anno: 1974
Durata: 80 min.
Genere: Drammatico, Grottesco, Horror, Sperimentale
Regia: Thierry Zéno

Un solitario, in una fattoria abbandonata, s’innamora della propria scrofa e ha un rapporto sessuale con essa. Nascono dei porcellini mutanti che l’uomo prova ad allevare. Poi però li uccide e la scrofa si suicida. Rimasto solo, l’uomo si seppellisce di fianco alla scrofa.

“Vase De Noces” è un film sconvolgente. Non è facile capirlo, così come non è facile accettarlo, soprattutto se si è sensibili a determinate tematiche. Si tratta di una pellicola art-house in b/n del 1974, senza dialoghi e con protagonista un solo attore, un uomo disturbato mentalmente innamorato di una scrofa del suo podere. Dal rapporto sessuale con l’animale nascono dei porcellini, i quali stravolgono la vita stessa del fattore prima del tragico inevitabile epilogo. Proprio la scena di zoofilia ha permesso al film di farsi conoscere negli ambienti underground, dove accanto al titolo anonimo “Vase De Noces” si è preferito accostare un più diretto “The Pig Fucking Movie” (anche per la pubblicazione home video). Ma non c’è solo il rapporto controverso tra il protagonista e la scrofa, perché fin dalle prime battute assistiamo alle anomalie psichiche dell’uomo, il quale si diverte a inserire sul capo di alcuni volatili delle teste di bambola, quasi a voler subito mettere in chiaro la relazione malata che intercorre tra le due parti, essere umano da un lato e animali dall’altro. Una relazione comunque fittizia, visto che l’individuo che si muove sullo schermo è solo una bestia tra le bestie.

Il silenzio assordante nel quale scorrono le immagini spesso è interrotto da un sontuoso score musicale (sia corale che sperimentale) e da un sonoro invasivo ed efficace, dove i versi degli animali ricamano quella sensazione di straniamento e di solitudine costante in cui è immerso il fattore. “Vase De Noces” è questo e molto altro: le perversioni non si fermano a quanto detto sopra, perché Dominique Garny (interprete e co-sceneggiatore) è anche capace di offrirci alcune allucinanti sequenze legate alla coprofagia, ennesima dimostrazione di una pellicola creata essenzialmente per scioccare lo spettatore e priva di un significato recondito, almeno in apparenza. Eppure Thierry Zéno non si dimostra uno sprovveduto, anzi nel suo successivo documentario “Des Morts” del 1979 egli ci offre uno spaccato antropologico legato alla morte nella sua valenza più morbosa e disturbante. Se quindi vogliamo sezionare il concetto che attraversa “Vase De Noces”, bisogna partire da questo shockumentary, perché l’opera qui in esame non è altro che una metafora della morte intesa come impossibilità di amare. Ma anche come abbandono e come pulsione indissolubilmente congiunta con la fine, con l’autodistruzione e con quell’annullamento primordiale dell’esistenza e della ragione.

Vi confessiamo che reggere ottanta minuti in un contesto simile è arduo anche per noi cultori di un certo cinema di confine, ma era doveroso spendere qualche riga nei confronti di una pellicola che ha fatto molto parlare di sé durante gli anni a venire (il film fu bandito in Australia). Con la convinzione che la scena di zoofilia presente in “Calvaire” (2004) sia una sorta di sentito omaggio a questo lungometraggio, il quale condivide con l’opera di Fabrice Du Welz la stessa provenienza (il Belgio) e alcune suggestioni rurali. Depravazione assoluta, prendere o lasciare.

cinemaestremo.wordpress.com

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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