TYPHOON CLUB (SubITA)

Titolo originale: Taifû kurabu
Paese di produzione:
Anno: 1985
Durata: 115 min.
Genere: Drammatico, Sentimentale
Regia: Shinji Sômai

Periferia di Tokyo. Sei studenti all’ultimo anno delle medie rimangono bloccati a scuola di notte a causa di un tifone. Una loro compagna, scappata di casa, si avventura nella capitale.

Ero in giuria al festival internazionale del cinema di Tokyo e lo premiammo come miglior film. […]. È uno dei film sull’adolescenza più belli e toccanti che mi sia capitato di vedere. Un film assolutamente devastante, direi violento” Bernardo Bertolucci


Commento di fabiojappo
Ho scoperto questo film in un modo abbastanza particolare: leggendo “La mia magnifica ossessione”, volume che raccoglie scritti, ricordi, interventi di Bernardo Bertolucci (Garzanti, 2010). E non si fa fatica a capire perché il lo apprezzi molto. Nel film si respira quella cara al maestro italiano (e per fare un esempio giapponese noto a un autore che è stato allievo di Somai: Kiyoshi Kurosawa). Il film regala delle bellissime scene, con alcuni piani sequenza memorabili, inquadrature delle stanze attraverso le porte, telecamera spesso bassa. E ammanta di fascino momenti di vita ordinaria nei quali è facile rivedersi.
La trama e il titolo potrebbero far venire in mente “Breakfast Club” che, curiosa coincidenza, è anche dello stesso anno, il 1985. Analogie in superficie perché “Typhoon Club” ha una forza maggiore e i personaggi non sono stereotipati come nel film, comunque buono, di John Hughes. Quello che può essere considerato il protagonista principale, Mikami, appare come un ‘piccolo Mishima’ spaventato dalla mediocrità (normalità) rappresentata dal professore Umemiya. di crescere, violenza, confusione mentale, turbamenti sentimentali e sessuali. Non è difficile vedere la connessione tra il tifone e la tempesta ormonale. Ma il tifone è anche di più, è l’adolescenza in generale. Immagine forte della fase di passaggio all’età adulta che nessuno ci insegna ad affrontare (interessante notare come le famiglie siano assenti). Un film anche spiazzante nel suo sviluppo che lascia qualcosa di indefinito/indefinibile. Non è questo il cinema?

Commento di Ishta
Il cinema giapponese continua, a mio modesto parere, ad essere il migliore nel rendere la vita quotidiana significativa e affascinante. “Typhoon Club” non è da meno. È un film che affronta temi forti in modo rispettoso e sensibile quali: amore, omosessualità, violenza, perversione… il come trovare la propria identità in un mondo che si sta scoprendo.
Il film si focalizza su sei giovani studenti all’ultimo anno delle medie che durante un tifone si troveranno di fronte a se stessi, chiusi nella scuola durante l’alluvione. A poco a poco, le loro maschere cadranno per far posto alle loro personalità reali, o almeno a se stessi e non a un surrogato. Il tifone è sinonimo di distruzione, ma la distruzione implica necessariamente una ricostruzione. Un’ immagine stupenda usata da Shinji Somai per rappresentare questa fase decisiva di transizione dallo stato di bambino ad adulto affrontata dai nostri protagonisti. Un film da non perdere e nel quale è quasi impossibile non immedesimarsi.

Curiosità
Youki Kudoh che interpreta Rie è l’unica tra gli adolescenti protagonisti del film ad aver fatto una certa carriera cinematografica, lavorando anche i noti film occidentali quali “Mistery Train” di Jim Jarmusch – con il quale è tornata a lavorare per “The Limits of Control” – “Paradiso di fuoco”, al fianco di Russel Crowe, “La cade sui cedri” di Scott Hicks, “Rush Hour 3” con Jackie Chan, “Memorie di una geisha”.

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By Anam

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