TUNGSTEN [SubITA]

Titolo originale: Tungsten
Paese di produzione: Grecia
Anno: 2011
Durata: 100 min.
Genere: Drammatico
Regia: Giorgos Georgopoulos

L’energia elettrica come metafora. Durante un’intera giornata ad Atene, le vite di sei persone si incrociano attraverso continue interruzioni dell’energia elettrica, fino a quando la luce si spegne definitivamente…

La crisi economica che ha flagellato la Grecia ha lasciato il segno, pure nel cinema. Lontano dalle derive surreali di Yorgos Lanthimos o dagli affondi grotteschi di Athina Rachel Tsangari, queste pellicole hanno toccato con mano il grande disagio che ha colpito le fasce più deboli della popolazione locale ma anche la borghesia stessa, frustrata e incapace di ritrovare una propria identità all’interno del tessuto sociale. Con la disoccupazione alle stelle e la criminalità a livelli mai visti prima, alcuni cineasti ellenici ci hanno raccontato questa tragica situazione attraverso una serie di lavori ben ancorati alla realtà, nonostante le ovvie e sostanziali differenze da un punto di vista prettamente estetico: tra questi, ricordiamo Ektoras Lygizos e il suo “Boy Eating The Bird’s Food” (2012) o Michalis Konstantatos con il più potente “Luton” (2013), un film accostabile al cinema di Lanthimos per la messa in scena asettica e minimale. Ancora prima però, il documentarista Giorgos Georgopoulos ha esordito sulla lunga distanza con questo “Tungsten”, un dramma dai tratti sperimentali girato con un b/n ipercontrastato.

“Il tungsteno ha il più alto punto di fusione tra tutti i metalli e grazie alle sue proprietà conduttive, viene utilizzato principalmente nelle applicazioni elettriche”. Durante una giornata come tante, ad l’energia arriva a intermittenza, mentre per le strade della periferia si avvicendano una serie di individui ognuno con un problema da risolvere: l’incipit è notevole, perché un uomo cerca in tutti i modi di entrare dentro un locale per incontrare la sua fidanzata, ma il buttafuori non è dello stesso avviso. Il nervosismo serpeggia ovunque, anche per una minima stronzata, perché questa Grecia è sul punto di non ritorno e i suoi abitanti lo sanno benissimo. Le carte di credito sono bloccate e c’è chi si è indebitato fino all’osso per riuscire a mantenere la propria famiglia. Infine, ci sono pure un paio di adolescenti che girano senza meta tra questi palazzi sporcati dai graffiti. Vediamo uno dei due giovani prepararsi per un colloquio di lavoro, ma ogni movimento, ogni pensiero, ogni singola azione sembra condurre dentro un vicolo cieco.

“Tungsten” vive di episodi, di sconfitte e di incontri casuali, mentre il blackout che colpisce la città si proietta automaticamente sui vari personaggi dell’opera, generando una sorta di buio interiore. Georgopoulos aggira ogni sviluppo narrativo per fare spazio a una routine poco consolante, un meccanismo che ingoia chiunque capiti davanti all’occhio della telecamera: ne scaturisce una pellicola molto particolare, intelligente quanto basta per prendere le distanze dall’apparente semplicità del soggetto, un misto di sconforto e rassegnazione che utilizza la metafora della luce per abbattersi senza pietà sui protagonisti. Un piccolo film che ha tanto da dire.

cinemaestremo.wordpress.com

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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