THE WAIT (SubITA)

Titolo originale: La espera
Paese di produzione: Spagna
Anno: 2023
Durata: 100 min
Genere: Drammatico, Thriller, Horror, Western 
Regia: F. Javier Gutiérrez

Sinossi:
Un guardiacaccia si ritrova intrappolato in un oscuro patto che avrà conseguenze devastanti per lui e per chi lo circonda.

Inizia con un sorso di silenzio, La espera: il respiro della campagna andalusa trattenuto sotto un sole ceppo, su una terra che non perdona. Eladio, guardiacaccia, accetta una mazzetta che crede possa essere un’occasione minore, un guadagno nascosto tra le pieghe della legge. Ma nel cinema di Gutiérrez, non esistono “piccoli errori”: esiste solo la frattura lenta, devastante, che spalanca l’inferno nel quotidiano.

Il film è una discesa rituale, un western dove il cavallo è sostituito da una mente che vacilla, un Folk Horror fatto di voci, occhi e ossa che tremano sotto il peso della colpa. La campagna diventa un palcoscenico di promesse interrotte: più respiri lì, più senti l’abisso sotto la crosta. E quando quel gesto di disperazione convoca il caos, Eladio non cade in spirale: si smarrisce nel giubilo stanco del proprio collasso.

La geografia emotiva che Gutiérrez disegna è mortale: polvere arida che non si alza, venti che non portano vento, solo sabbia che diventa pelle, respiro, resistenza. Ma poi il film scatta: il genere si rimbocca le maniche e si trasforma. Da thriller rurale a tragedia biblica, il racconto si fa corpo incandescente. Non ti mostra l’orrore: lo lascia sanguinare nello spazio che sta tra pietà e pietrificazione. La regia non glorifica, ma passa tra le file del dolore.

Guarda anche  TRES DIAS [SubITA]

In questo paesaggio sospeso, la fedeltà alla macchina da presa è feroce: lo sguardo resta fisso sui volti che si spezzano, sui loro occhi che cercano risposte nel nulla. Gutiérrez non si preoccupa di “far capire”, si limita a “farti sentire”. Ed è lì che il film diventa canto alcolico di colpa, canto che pigia sull’anima fino a riscattarla o distruggerla.

C’è chi lo ha chiamato “western spagnolo”, chi ha sottolineato quel folklore che massacra tutto quello che resiste. Critici strani lo hanno definito “brutale, incandescente, instancabile”, nominandolo Folk Horror con cognizione, perché sa usare la terra come rito. Ma questa non è critica: è energia rituale senza riserva. Il film lo possiedi o ti possiede. E se lo attraversi, sei parte del patto alchemico tra cineasta, attore e spettatore: un patto dove la verità non si ridefinisce in parole, ma si entra — proprio come entra La espera nel sangue.

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

Related Posts