TAXANDRIA (SubITA)

Titolo originale: Taxandria
Paese di produzione: Belgio, Germania, Francia
Anno: 1994
Durata: 82 min.
Genere: Animazione, Avventura, Fantastico
Regia: Raoul Servais

La surreale storia del giovane principe Jan, che è stato inviato in una tranquilla località costiera per studiare. Lo invece, fa amicizia con un pazzo guardiano del faro ed entra in un paese dei chiamato Taxandria, un luogo fantasmagorico privo di tempo, memoria e progresso.

Tra fiaba e distopia, TAXANDRIA è la storia di un principe bambino che, costretto a trascorrere qualche giorno in una località marina per studiare assieme all’istitutore, si sottrae ai e conosce un guardiano di faro che aiuta gli extracomunitari ed è sottoposto ai pregiudizi di gruppi di persone intenti a forgiare prove di sue presunte e false violenze contro i gabbiani. Per mezzo di un procedimento ipnotico, consistente nell’osservazione della luce rossa del faro, o al momento di liberare i gabbiani feriti, il principe viene magicamente trasportato nella di Taxandria, luogo di apparente tranquillità e armonia che nasconde invece l’usurpazione del potere da parte del reggente e si risolve infine con la fuga di due ragazzi, Aimé e Ailé, in mogolfiera, presumibilmente verso il mondo esterno e la realtà.

Quella di Taxandria è una società in cui una dittatura apparentemente bonaria ha abolito il senso del tempo, conservando soltanto il presente; esiste un unico giornale quotidiano; le donne hanno funzioni riproduttive e sono confinate in un luogo appartato come vestali. L’idea dell’eterno presente è in parte metafora della società attuale, che sembra avere esorcizzato le dimensioni della cronologia nel bombardamento di frammentarie tramite la pubblicità, internet e altri media che propongono collage di dimensioni temporali non diacroniche e situate fuori contesto, fino a teorizzare, come accadde anni fa, da parte di Fukuyama, la “fine della storia”. Servais, da parte sua, chiarisce:

“Presupponendo che il passato e il futuro non esistano, il regime di Taxandria punisce ogni rappresentazione grafica, disegno o foto…, per non parlare del cinema, in quanto si tratta di testimonianze del passato. È una delle caratteristiche di questa dittatura: si teme il passato quanto il futuro. È un mondo irrigidito nel presente. L’argomentazione è qui fondata sul fatto che un sentimento di nostalgia si impadronisce di coloro che pensano al passato. Nell’altra direzione, evitare di pensare al futuro impedisce di proiettarsi sull’inevitabile scomparsa nostra e degli altri. Bisogna essere felici nell’istante presente, non riflettere né sul passato né sul futuro, vivere come gli animali” [3].

Il film si svolge in “forma ibrida”, come la definisce il regista, tra animazione e imitazione della vita reale [1]. Notevole il mondo dall’animazione, con rovine che rammentano la pittura di De Chirico e alcune scene collegabili a Magritte nonché elementi originali di colori definiti ma tenui e movimenti di tipo realistico con qualche elemento di iconografia ottocentesca, forse vittoriana [2].

Ci era sfuggito quando uscì. Siamo lieti di avere avuto la possibilità di notarlo, in versione dvd in occasione di una visita a Bruxelles, alla libreria e videoteca di Bozar. È un bel film.

NOTE

[1] Cfr. Entrevue avec Raoul Servais, par D. Bouras et J.-M. Vlaeminckx.
[2] Alcune scene del film sono a The city.
[3] Cfr. Entrevue avec Raoul Servais, par D. Bouras et J.-M. Vlaeminckx.

[Renato Persòli] / cartescoperterecensionietesti.blogspot.com

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