SOUTHCLIFFE [SubITA]

Titolo originale: Southcliffe
Nazionalità: UK
Anno: 2013
Genere: Drammatico, Serie TV, Thriller
Stagione: 1
Episodi: 4
Durata: 60 min. [episodio]
Regia: Sean Durkin

Un’improvvisa ondata di sparatorie distrugge la vita degli abitanti di Southcliffe. Per indagare sulle tragedie, il giornalista David Whitehead (Rory Kinnear) si ritrova a dover rientrare nella piccola città in cui è cresciuto, cercando risposte da parte della in frantumi e cercando di conciliare gli oscuri eventi del suo passato.

Southcliffe è una signora serie tv inglese che si fa dei gran viaggi avanti e indietro nel tempo.

Questa riflessione arriva nel puntuale ritardo Serialmindiano, anche se questa volta, essendoci di mezzo io, è diventato un ritardo Pantagruelico… non so se sia corretto usare questo termine, ma penso che renda l’idea. Il buon Villa mesi e mesi or sono mi chiede se voglio dedicarmi al pilota di questa “nuova” serie brit. Che NUOVA in già allora non era. Southcliffe, la serie sulla quale vi tedierò, viene infatti presentato al Toronto Film Festival 2013 e poi mandata in onda su Channel 4 nel torrido agosto dello scorso anno. Bene. Forse quello inglese non è un agosto come quello a cui noi italici siamo abituati, però penso, e spero per loro, non sia il clima atmosferico e mentale migliore per calarsi in questo prodotto della brit serialità. Southcliffe si presenta gloomy, piovoso, ruvido, crudele e minimale come da miglior brit copione. Infatti da buona metereopatica ho guardato il pilota a Novembre. Perfetto. Poi a Natale ho pensato di fare un regalo al Villa, e mi son messa a scrivere, però poi cotechini e panettoni han preso il sopravvento. Ecco, concentriamoci tutti fortissimo e facciamo finta che sia Natale 2013, ok? Via.

[flashback – dicembre 2013 – Freddo, brutto cielo grigio]

Come ho avuto ben piacere di leggere da post e commenti vari, queste vacanze non son state segnate solo dalle grandi abbuffate culinarie ma anche da quelle seriali. Del resto cosa c’è di meglio di qualche giorno all’insegna dei pranzi famigliari, dai quali svignarsela alzando bandiera bianca perché “nonna basta cappone ti giuro non ce la faccio più”, mentre in un sacchettino si mette però un po’ di panettone che servirà da scorta per le 18 ore successive, quando di 45 minuti in 45 minuti verrà divorato e risucchiato a briciole, in parallelo alle serie che ci siamo persi nella(e) stagione(i) precedente(i).
In questo clima vi sottopongo il pilot di una serie che secondo me può essere un’ottima ciliegina sul panettone farcito, la salsa verde per il bollito, il buono e giusto amaro a fine cena: Southcliffe.
Oddio, forse più che l’amaro da fine pranzo è la fetta king size di pastiera di Nonna Imma o la litrata di limoncello atomico che ti dà lo zio Nello. Per chi non ne ha mai sentito parlare, beh Southcliffe di certo non è una serie di quelle che ti guardi con un occhio aperto e uno chiuso giusto prima di addormentarti.

Panettoni e pesantezze a parte, Southcliffe è una miniserie dal sapore di trincea. Sin dai primi minuti si capisce che non è di facile fruizione, non deve essere presa come una serie cuscinetto né come primo approccio alle serie UK. In primo luogo il tema: nel silente e desolato villaggetto di campagna di Southcliffe, in una triste e uggiosa giornata, si sentono degli spari e una anziana signora cade a terra. Non gridate allo spoiler, tanto a ora non sappiamo né chi sia lo shooter né chi sia la vittima. C’è di più: il racconto procede con viaggi nel passato remotissimo e ritorni nel presente. La narrazione va avanti e indietro di ore, giorni e anni, con l’unica certezza di un presente narrativo data dall’inviato del telegiornale David Whitehead, obbligato a tornare nel piccolo e umidiccio paesino natale per seguire la vicenda, quando invece preferirebbe starsene per pub nella city strafattissimo e alla ricerca di qualche pulzella da importunare. Il giornalista, però, è una sorta di fil rouge narrativo che punteggia la narrazione, aiutando lo spettatore a capire cosa sta succedendo davanti ai suoi occhi e raccontare una di quelle vicende di cronaca da brivido. Ispirata idealmente a un vero massacro occorso in Inghilterra a fine anni 80, quello di Hungerford, un cittadino al di sopra di ogni sospetto decide un giorno di inforcare la sua arma da fuoco e seminare il panico tra i suoi famigliari prima e i suoi sfortunati concittadini poi. Universi dissimili e lontani, riuniti in scomodi e funesti confini municipali. C’è l’ex-militare sull’orlo di una crisi di nervi (Sean Harris di The Borgias) che a me ricorda un po’ il buon Nicholas Brody (di Homeland, per chi non lo sapesse), il giovane militare che torna dalla prima missione (Joe Dempsie, Skins e Game of Thrones), la giovane e bella Kaya Scodelario (Skins – che nel pilot vediamo solo en passant). Chi sarà il serial killer? Chi saranno le vittime? Queste saranno le domande che, forse, ci animeranno nel seguire il (breve) futuro degli abitanti di Southcliffe.

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[fine del flashback – marzo 2014 – Sole, gioia, ormoni che si risvegliano]

Ecco qua mi ero fermata e da qua riprendo. Ormai sta arrivando la primavera, quindi mi maledirete perché sono qui a proporvi una serie che stando alle mie parole è totalmente fuori stagione. In dato che marzo è pazzerello e aprile con l’ombrello, vi consiglierei di tenervela nel folderino delle serie da vedere, pronta da aprire ai primi accenni di pioggia. Perché questa serie ha tutte le carte in regola per essere una di quelle belle serie da pugno nello stomaco, che non sarà magari mai la serie del secolo, ma che nei suoi 4 episodi saprà di certo regalare tanti spunti e tante emozioni. Io vi consiglio di tenere a portata di mano il plaid, un tè fumante e Southcliffe, che tanto prima o poi tornerà a piovere.

Recensione: serialminds.com

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By Anam

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