NOW

Titolo originale: Nu
Nazionalità: Danimarca
Anno: 2003
Genere: Corto, Drammatico, Visionario
Durata: 27 min.
Regia:

dei gesti.
delle labbra, delle dita sulle labbra, dei baci sulle labbra.

del silenzio.
della parola morta, dell’espressione viva.

del Dolore.
degli schiaffi, dei visi graffiati, dei visi accarezzati.

dell’amore.
degli amplessi inconcludenti, delle panchine, degli anelli gettati.

del tempo.
del qui e ora, del prima, del dopo.

Cinema della paura.
di un corridoio, di un’ombra, di un fantasma.

Cinema delle lacrime.
di una donna, di un vecchio uomo, di una neonata.

Cinema del rigore.
di una giacca e una cravatta, di un bianco e nero, del bianco e del nero.

Cinema dell’acqua.
di un lago, di un vaso, di una vasca (Daisy Diamond, ora capisco).

Cinema della morte.
dell’attesa, del soffocare, delle mani sulla bocca.

CINEMA in 27 minuti.
io adoro (ADORO) il cinema di Simon Staho. [ oltre il fondo ]

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Recensione: pensieriframmentati.blogspot.it

La magniloquenza del silenzio, la magnificenza del nulla: Nu, un film che non si esprime e non significa ma è ermeneutica di se stesso, abbacinante nel suo bianco e nero traslucido. Nu, ovvero l’ora della morte, l’ora che sintetizza una vita – una vita mostrata da Staho nel suo più autentico fulgore e una che altro non è se una diversa forma di fragilità, la quale, già prima, si era avvicinata ai personaggi facendo loro deviare i propri percorsi, infrangere le reciproche promesse, e conducendoli così sempre più vicino alla disperazione, identica – guarda caso – a quella di Daisy Diamond, a quella della madre che affoga nella vasca la figlia neonata. All’inizio, però, c’è solo la morte, e fondamentalmente tutto il resto non vuole che ricondurci qui, a quell’uomo morente baciato da un vecchio vestito di nero: poi il matrimonio di due giovani, la prima notte di nozze, il parto e il marito che si innamora di un altro uomo – la moglie che non regge e affoga nella vasca la figlia neonata. E intanto l’acqua, l’acqua del e quella della pioggia, quella della vasca e di nuovo quella del lago, acqua che grazia e uccide, condanna e purifica. Liturgico e requiemistico, Nu è senz’altro la conferma della grandezza di Staho, un regista che come pochi altri sa trarre dalle immagini e dal loro raccordarsi una potenza micidiale e al stesso estatica, non una vita-in-morte di coleridgiana una morte-in-vita ben più temibile e suggestiva: il nulla, e la sua ineluttabile magniloquenza.

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Recensione: emergeredelpossibile.blogspot.it

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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