NOCTURAMA [SubITA]

Titolo originale: Nocturama
Paese: Francia, Belgio, Germania
Anno: 2016
Genere: Thriller
Durata: 130 min
Regia: Bertrand Bonello

Film controverso e maledetto per i francesi, che non l’hanno voluto a Cannes, Nocturama passa in sordina alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Alice nella Città. E, nel raccontare la vicenda di un di giovanissimi attentatori, Bonello trova la chiave per descrivere il nichilismo contemporaneo.

Parigi brucia

Un di adolescenti si muove, circospetto, per le di Parigi. Si sono accordati per far saltare in aria una serie di luoghi simbolo della capitale francese, sia politico-identitari (il Ministero degli Interni, la statua di Giovanna d’Arco), sia economici, tra cui una banca del HSBC. Poi si riuniscono in un centro commerciale in attesa del ritorno a casa, o della fuga, o della fine. [sinossi]

Suona curiosa l’accoglienza che viene tributata a Nocturama, nuovo film di Bertrand Bonello che a maggio è stato rifiutato dal Festival di Cannes (“per ragioni politiche”), non è stato preso in considerazione da Venezia (mentre è andato a Toronto) e ora viene presentato alla Festa del Cinema di Roma – nella sezione parallela di Alice nella città – in maniera un po’ nascosta, forse nella segreta speranza che sfugga al pubblico e alla critica. Del resto, la prima proiezione per la stampa la si è organizzata il giorno prima dell’inizio del festival, la seconda in corrispondenza con altre tre proiezioni, mentre la stessa collocazione in Alice nella città, per un film così problematico, solleva qualche dubbio. Insomma, dopo le polemiche, il silenzio. Sembra essere questa la condanna riservata al film di Bonello che racconta la vicenda di un di giovanissimi attentatori francesi impegnati a mettere a ferro e a fuoco Parigi. Il soggetto scomodo – pensato da Bonello già a partire dal 2011 e portato a termine casualmente proprio a ridosso dei recentissimi attentati avvenuti nella capitale francese – avrebbe dovuto invitare qualcuno a proporre Nocturama come nuovo film-scandalo. Così almeno sarebbe successo un tempo, in linea con un approccio commerciale se si vuole cinico, ma che permetteva di vedere tutto, e magari di contestare e di aprire un dibattito. E, invece, il fatto che non se ne parli, il fatto che lo si nasconda e lo si celi sembra poter confermare paradossalmente l’assunto stesso del film: la civiltà europea, preda di un isolazionismo spaventoso, individua i nemici all’esterno mentre nel frattempo mangia se stessa, per una autofagia silenziosa che – se si continua così – non lascerà nulla del Vecchio Continente, ad eccezione di qualche simulacro.

Più che all’Isis e ai suoi adepti europei o al terrorismo politico anni Settanta, fosse quello di sinistra o quello ‘bombarolo’ delle destre neo-fasciste, i ragazzi di Nocturama fanno pensare alla follia di Breivik che proprio nel 2011 uccise in Norvegia 77 persone. Ma, rispetto a Breivik, i protagonisti di Bonello sono più umani e più fragili, per via anche dell’età giovanissima, e dunque non possono non intenerire lo spettatore e non si può non evitare di soffrire per – e con – loro. Da un lato dunque il mondo degli adulti, quella classe dirigente di padri che detiene il potere economico e politico (alcuni dei ragazzi guardano con disprezzo notizie relative a delle misure draconiane imposte dal primo ministro francese Valls), dall’altro il mondo dei figli che, non avendo più alcun modo per comunicare la propria rabbia, decide di farla finita con la civiltà stessa, in un’apoteosi nichilista e afasica che arriva a scuotere le fondamenta stesse del decadimento del nostro democratico vivere comune.

Una tragica e orrorifica ‘marachella’, ecco come potrebbe essere definito il gesto di questi ragazzi che, infatti, dopo riflettono un po’ spaventati all’idea di quel che magari potranno dire i loro genitori e che passano la notte fuori nella ingenua speranza di poter tornare tranquillamente a casa all’alba, come dopo una serata tra amici passata a fare baldoria. E in questo conflitto generazionale viene in mente a tal proposito, per via di una mostruosa specularità, un bellissimo film di qualche anno fa di Romain Goupil, Tutti per uno, dove i bambini si ribellavano ai grandi ma secondo una linea progressista e comunitaria. Qui, in Nocturama, i nostri adolescenti – pur tutti in accordo – sono in fin dei conti completamente soli: ciascuno ha un suo compito separato e preciso nella serie degli attentati preparati fin nel minimo dettaglio (e, se uno di loro è a rischio della vita, l’altro non lo aiuta), e poi ciascuno si rifugia in semi-solitudine nel centro commerciale in cui si svolge la seconda metà del film. Anzi, in questa parte, anche di fronte alle difficoltà e di fronte all’approssimarsi del compiere del destino, a nessuno di loro viene mai in mente di riunirsi tutti insieme: non si fanno riunioni collettive e gli uni tengono nascosti agli altri quel che sta succedendo. E chi si perde, tornando per un momento un bambino innocente e imbranato, non ha nessuno che gli apra la porta. Sono soli e spaventati i protagonisti di Nocturama e reagiscono come delle belve aggredite, anzi peggio. D’altronde, come racconta uno di loro, rievocando la guerra tra l’Iran e l’Iraq, ad un certo punto persino gli asini si rifiutarono di fare da cavie per trovare le bombe nascoste nel terreno, mentre i bambini continuarono a prestarsi.

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Tutto questo Bonello lo registra con inesorabile geometria, con partecipazione e spavento, dividendo nettamente il film tra una prima parte perlopiù in esterni in cui si vedono i protagonisti mettere in pratica i loro piani omicidi-suicidi e una seconda parte in cui li vediamo rifugiarsi nel già citato centro commerciale. Qui, nella direzione di un’astrazione che si fa via via più chiara, ecco spalancarsi il nucleo discorsivo del film: i ragazzi si rispecchiano nei simulacri della civiltà e vi aderiscono per noia, in attesa del momento del giudizio. Così, se nella prima parte per diversi aspetti poteva venire in mente Elephant di Gus Van Sant (dove però da un lato vi è in Bonello una regia meno rigorosamente allucinata, mentre dall’altro i flashback ‘motivazionali’ sono più efficaci rispetto al film del cineasta americano), nella seconda non possono che venire in mente due classici dell’orrore della dei consumi: Zombi di George Romeo e Dillinger è morto di Marco Ferreri. Il primo per la contiguità con la morte e con la fine della civiltà, per quella sensazione di assedio permanente, per il contrasto interno-esterno (l’interno ovattato e apparentemente rassicurante del centro commerciale, contro un esterno rumoroso e in ebollizione) e, infine, per quel gioco bambinesco dell’usa e getta della merce; il secondo – il film di Ferreri – per l’atarassia esistenziale che si trasforma in ‘spensierata’ brama omicida e che si traduce in volontà di potenza e insieme di annullamento.

E se non mancano in Bonello alcune sottolineature a volte un po’ oziose e superflue (lo show di uno di loro che si mette a cantare My Way), queste restano nettamente sullo sfondo rispetto a una impressionante serie di immagini e situazioni glacialmente significative (su tutte, la statua di Giovanna d’Arco che brucia e che ci guarda in primissimo piano; cosa che ha fatto arrabbiare molto il Front National, abituato a riunirsi ai piedi del monumento). L’Europa non è un continente per giovani, si potrebbe dire ancora a proposito di Nocturama. E allora ecco che la polizia e il governo francesi fanno sapere che con i terroristi non c’è alcuna possibilità di trattativa: sono stati identificati come nemici dello Stato e dunque come tali andranno trattati. E così il sipario si chiude, ma non solo e non tanto su un di ragazzini, quanto su noi stessi…

Recensione: quinlan.it

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