MUNDANE HISTORY [SubITA]

Titolo originale: Jao nok krajok
Nazionalità: Thailandia
Anno: 2009
Genere: Drammatico, Visionario
Durata: 82 min.
Regia: Anocha Suwichakornpong

Nella grande casa borghese che condivide con il padre, il giovane Ake è costretto a letto a causa di un incidente che lo ha paralizzato. Dipendente dagli altri e carico di rabbia repressa, trascorre le giornate in silenzio e nel dolore. Pun, un aiuto infermiere, si impegna nel prendersi cura di lui. I due uomini parlano a malapena eppure in contatto con Pun l’universo di Ake appare meno immobile.

Quella dei due ragazzi, Ake e Pun, è realmente una storia ordinaria: il primo è un giovane che, a seguito di un brutto incidente, è rimasto paralizzato dalla vita ai piedi, mentre il secondo è il suo infermiere, che si è trasferito da lui per aiutarlo in tutte le piccole attività quotidiane. Ake, comprensibilmente, sembra non accettare la sua e l’impossibilità di autosufficiente, rassegnandosi silenziosamente alla presenza di Pun, ma mostrandosi distante dalla famiglia. Col passare dei giorni, poi, tra i due inizia ad instaurarsi un dialogo: i ragazzi, nonostante siano così diversi, scoprono di avere molto in comune, a partire dagli interessi e dalle aspirazioni che li accompagnano fin dall’infanzia. Entrambi, infatti, hanno sempre sognato di diventare scrittori, ma Ake racconta di aver apprezzato sempre più, nel corso degli anni, i film e, per questo, di aver frequentato una scuola di cinema. I due ragazzi si raccontano l’un l’altro, riuscendo a raggiungere una sintonia, che dà coraggio a Pun nello svolgimento dei suoi compiti e nelle responsabilità verso Ake, che, lentamente, accetta la sua presenza e appare rasserenato da questa amicizia, evitando però di parlare dell’incidente in cui è rimasto coinvolto. La macchina da presa della giovane regista thailandese mostra i piccoli gesti e le necessità quotidiane del ragazzo disabile, osservando i diversi momenti da una certa distanza rispetto ai personaggi, talvolta, però, avvicinandosi molto alle problematiche più intime di Ake.

Ad un certo punto, lo sguardo della cinepresa si allontana dalla vicenda di Ake e Pun, salendo sempre più in alto, fino a raggiungere l’immensità dell’universo, arrivando  quasi alla Luna, il satellite della Terra tanto studiato in astronomia, quanto invocato e rappresentato in ambito poetico e letterario, quale interlocutore silenzioso ed eterno delle domande senza tempo della sensibilità umana. In un movimento di avvicinamento, la Luna appare quasi come un occhio che, da molto lontano, osserva le vicende umane, piccole “storie ordinarie”. I due ragazzi, intanto, trascorrono molto tempo insieme, osservando la pioggia, andando al e riflettendo sulla vita e sul significato che hanno il passato e il futuro, mentre Ake afferma con semplicità che esiste solo il presente.

Questa interessante opera prima della regista thailandese Anocha Suwichakornpong mostra, con pochi e brevi dialoghi e soprattutto con la forza delle immagini, il realismo delle piccole cose di vita ordinaria, spesso accompagnata da difficoltà come la malattia e la disabilità, in parte rasserenate dalla confortante vicinanza di un’altra persona. D’altra parte, tale storia ordinaria appare, nell’ottica proposta da questo lungometraggio – pluripremiato in occasione di alcuni festival del internazionali – una delle tante espressioni della vita, in un ciclo biologico infinito di cui facciamo tutti parte. Alla fine del film, infatti, una voce fuori campo esprime una riflessione poetica sul corso naturale dell’esistenza, a partire dalle stelle fino alle più piccole forme viventi, accompagnata da suggestive immagini di paesaggi naturali, esemplari del continuo alternarsi di vita e morte. Inserita in questo immenso naturale è la storia ordinaria di Ake e Pun, che la regista tailandese presenta con semplicità, delicatezza e senza moralismi, portando lo spettatore a riflettere su di essa e sulle problematiche che porta con sè, inserendola in una considerazione più ampia sulle creature viventi e sul trascorrere del tempo.

Guarda anche  EL BAILE [SubITA]

Recensione: gothicnetwork.org

 

 

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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