MONSIEUR IBRAHIM (SubITA)

Titolo originale: Monsieur Ibrahim et les fleurs du Coran
Paese di produzione: Francia
Anno: 2003
Durata: 96 min.
Genere: Commedia, Drammatico, Spirituale,
Regia:

Parigi, anni Sessanta: il tredicenne Moïse – soprannominato Momo, ebreo – ha il suo solo amico in monsieur Ibrahim, il droghiere arabo che vive nel quartiere. Il ragazzino, innamorato delle prostitute affettuose e materne e della della portiera, vive – dopo l’abbandono della madre – con l’arcigno padre, occupandosi della spesa, della e della cucina. Per il ragazzo, Ibrahim è un vero e proprio maestro di vita: è lui, infatti, a fargli scoprire le donne e l’amore…

«Cosa vuol dire essere ebrei? Per mio padre vuol dire essere sempre arrabbiato, per me non poter fare un sacco di cose che vorrei fare»

Se avete una qualunque forma di pregiudizio politico, religioso o razziale, questa pellicola finirà per rinforzare la vostra posizione. In ogni altro caso, Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano saprà emozionarvi con una intensa narrata e recitata benissimo.

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Tratto dall’omonimo racconto di Eric-Emmanuel Schmitt, il film ci propone tanti bei dialoghi – spesso illuminanti – ed una situazione curiosa e non banale. E’ quasi un peccato che il film sia ambientato negli anni ’50, perché la è attualissima anche se alcuni passaggi narrativi nel d’oggi non avrebbero funzionato.

Omar Sharif e Pierre BoulangerIl rapporto tra i due protagonisti è raccontato con delicatezza e brio e la differente visione del che loro hanno traspare non solo dal contrasto delle loro religioni («Cosa vuol dire essere ebrei? Per mio padre vuol dire essere sempre arrabbiato, per me non poter fare un sacco di cose che vorrei fare») ma dal diverso atteggiamento che tengono nei confronti degli altri. Il film diventa così un lungo alla scoperta delle cose che davvero contano nella vita («Quando si vuole imparare qualcosa non si un libro: si parla con qualcuno»), e anche se alla fine sembra di trovarsi di fronte ad un’apologia del Corano non sarebbe corretto tacciare il film di “buonismo” o sottovalutarne l’impatto emotivo.

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cinefile.biz

By Anam

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