MIRRORMASK [SubITA]

Titolo originale: MirrorMask
Nazionalità: UK, Usa
Anno: 2005
Genere: Animazione, Fantascienza, Fantastico
Durata: 101 min.
Regia:

Helena, figlia di circensi, sogna di fuggire per scoprire la “vita reale”: si troverà coinvolta in un viaggio nelle Terre Oscure, tra giganti e altre fantastiche creature, alla ricerca della magica Mirror Mask…

Questa è la terza volta che vedo Mirrormask, ma è la prima volta che lo guardo da quando ho aperto il blog, da cui questa recensione. Mirrormask è un film semisconosciuto, nonostante sia un piccolo gioiello, e personalmente io gli sono molto affezionato, tanto da averlo visto diverse volte, sia in lingua originale (le due precedenti) sia in italiano (questa volta). Intanto, il suo pedigree: il film è tratto da un romanzo scritto da Neil Gaiman, celebre scrittore di opere tendenzialmente per ragazzi, come Nessun dove, Stardust (da cui è stato tratto l’omonimo film fantasy), Coraline (da cui è stato tratto l’omonimo film d’animazione), e questo stesso Mirrormask (film fantasy in parte animato). Mirrormask peraltro era nel mentre divenuto un fumetto, disegnato da Dave McKean… che è anche il regista del film Mirrormask… il quale peraltro ha un’aria semifumettistica, quindi tutto torna. I due, inoltre, sono anche i creatori del fumetto di successo Sandman, a confermare la loro grande verve creativa. A tale “cast” si aggiunge il nome della Jim Henson Company, il gruppo creatore dei Muppets, nonché di meraviglie cinematografiche come Labyrinth (che considero uno dei film più belli e ispirati di tutti i tempi) e The dark crystal (non all’altezza di Labyrinth, ma comunque assai bello e originale).

Ma torniamo a Mirrormask, e vediamo in sintesi la sua trama: Helena (Stephanie Leonidas) è un’adolescente un po’ particolare, per il semplice fatto che la sua vita è particolare: figlia di due artisti circensi, ha la sua camera in una roulotte, e si giostra tra i suoi bellissimi disegni e le apparizioni al circo come giocoliera ed equilibrista. Un giorno, però, proprio durante uno spettacolo, sua si sente male e viene ricoverata d’urgenza in ospedale, con la prognosi di un cancro da operare e, si spera, da asportare, cosa che non solo getta nella la figlia e il marito, ma che manda all’aria anche i programmi di quest’ultimo relativamente al circo che egli dirige. Il momento dell’attesa di notizie dall’ospedale diventa un momento di fuga dalla realtà sotto forma di sogno: Helena, sempre in pigiama e babbucce, finisce in una sorta di mondo fantasy dai toni molto dark, nel quale conosce presto il vivacissimo Valentine, anch’egli giocoliere, con cui intraprende la ricerca della cosiddetta “ sogno” (“mirrormask”, un nome che simbolicamente parlando è tutto un programma), la quale serve a salvare il reame del sogno, minacciato dal Nulla e dagli sgherri della Regina Nera.

Se la sceneggiatura di Mirrormask è fantasy, dai toni spesso cupi ma a volte attraversato da luci scintillanti e irresistibili (e suoni pure), la sostanza della storia è psicologica: il film in pratica racconta la crescita interiore di Helena, che si divide tra la brava bambina che era stata in passato e i desideri da adolescente ribelle che rischia di diventare, tra desideri personali, interesse nascente per i ragazzi (incredibile la scena dell’astronave di Valentine, suo completamento maschile, di forma perfettamente fallica). Il finale del film fornirà una sorta di soluzione intermedia. C’è da dire che la battaglia interiore della ragazza, scatenata anche dalla malattia della madre, ci dona un film bellissimo e ispirato, nonché particolarissimo, che forse non ha avuto troppa diffusione proprio per la sua particolarità. Chiudo la recensione con una citazione che illustra perfettamente l’energia di fondo del film. A cominciare il dialogo è Helena, a cui risponde la Regina, che poi è l’alter ego di sua nel sogno. Tale dialogo, oltre a fornirci la chiave di lettura del film, nella sua formulazione semplice ci fornisce un grande insegnamento su attaccamento-amore condizionato da un lato e libertà-amore incondizionato dall’altro.

“- Tua figlia non è un cagnolino. Non è neanche più una bambina ormai. Tu devi lasciarla crescere!
– Cioè lasciare che scelga cosa mangiare, come vestire, prendere le sue decisioni… amarla ma senza possederla?
– Sì, è esattamente ciò che intendo.
– Assolutamente impossibile!”

Recensione: foscodelnero.blogspot.it

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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