MANSHIN: TEN THOUSAND SPIRITS [SubITA]

Titolo originale: Man-sin
Nazionalità: Corea del Sud
Anno: 2013
Genere: Biografico, Documentario, Drammatico, Fantastico, Visionario
Durata: 104 min.
Regia: Park Chan-kyong

Kim Geum-hwa è una che ha delle strane visioni. Ghettizzata dagli altri bambini del villaggio, cresce timida e insicura. Non potendo ignorare i suoi poteri, frequenta una sciamana per “accrescersi” e diventare Manshin Kim (Manshin è il termine di cortesia con cui ci si rivolge alle sciamane). Nel corso della sua vita, scoppiano guerre, cambiano le abitudini, le persone, le città, arriva la e il cristianesimo, ma lei continua con il cuore gonfio di gioia a celebrare i suoi riti di speranza. Una pratica che alla luce della nuova società, suona di volta in volta ridicola, ma spesso anche pericolosa. C’è chi teme il suo carisma e chi lo ridicolizza, ma nessuno riesce a farne a meno.

Il 15° Korea Film Fest di Firenze si apre ufficialmente con una docu-fiction dedicata alla figura di una sciamana: Kim Keum-hwa, nata nel 1931, quindi sotto l’occupazione giapponese, in una provincia che in futuro sarà provincia della Corea del Nord. La di una donna straordinaria, riconosciuta patrimonio culturale intangibile (ma quanto è bello questo titolo!), e attorno alla sua figura quasi un secolo di della Corea. Maltrattata ed emarginata fin da ragazzina perchè osava predire il futuro delle persone che le stavano attorno, sposa giovanissima picchiata dalla cognata, impaurita dai soldati delle due opposte fazioni durante la guerra, perseguitata dai cristiani e dai politici. Sembra uno scherzo, ma dopo tante sofferenze, l’inizio della riabilitazione dello sciamanesimo, e quindi di Kim Keum-hwa, avviene durante il regime del generale Chun Doo-hwan, che cercava di distinguersi dai precedenti governi, riempiendosi magari il petto del solito vecchio caro recupero dei valori e della cultura tradizionale. Ovviamente nei ritagli di tempo tra un massacro e l’altro di oppositori. Una storia ricchissima e illuminante, narrata con tecniche (e ritmi) alternate, riflessioni sui media, sul cinema, implicazioni politiche e sociali. Dirige Park Chan-kyong, che è il fratello di Park Chan-wook: il talento scorre nel sangue, evidentemente, chè Manshin è una visione mozzafiato, è cinema di altissimo livello, e per una volta ci uniamo ad una preghiera, per rivolgerla al dio del cinema (sempre sia lodato, chè noi siamo monoteisti, si sa) e recitata proprio da Kim Keum-hwa all’inizio del film.

Recensione: dikotomiko.wordpress.com

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By Anam

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