Titolo originale: Låt den rätte komma in
Nazionalità: Svezia
Anno: 2008
Genere: Drammatico, Horror
Durata: 114 min.
Regia: Tomas Alfredson
Due ragazzini, le molte ferite della solitudine e dello smarrimento inquieto di sè stessi, in uno dei sobborghi più degradati di Stoccolma. Oskar (Kåre Hedebrant), vittima dei soprusi di alcuni bulli locali, di cui fantastica lo scempio crudele e imperfetto, mentre raccoglie nel rifugio della propria stanza, fumetti e ritagli di cronaca ed Eli (Lina Leandersson), trasferita da poco che, mentre sembra aver dimenticato cosa significhi provare il freddo, nasconde un’impellente e tragica pulsione di sangue. Si incontrano in un paesaggio innevato di periferia desolata, sul profilo sbiadito di un parco giochi per bambini. Eli, gli occhi grandi di chi non perde di vista i dettagli e che si esprime con caparbietà: “Non posso essere tua amica”… Eppure sono proprio queste le parole che daranno il via ad un’amicizia per la vita che si nutre dell’incoraggiamento di una intensa e ferocissima predatrice e della fantasia unanime di un adolescente emarginato da tutti.
Sceneggiato dall’autore del romanzo omonimo, John Ajvide Lindqvist (l’estate dei morti viventi), Lasciami entrare è un horror di filigrana esistenziale, capace di dare uno spessore inusuale ai dolori dell’infanzia attraverso lo spettro mentale di un bambino che non conosce la solidarietà degli adulti, e una bambina inumana costretta suo malgrado, a sopravvivere con il demone della propria natura.
Storia impropria di vampiri che non sembra rispettare le regole del mostro cui si ispira, se non quell’invito ad entrare nel proprio mondo, che quando è revocato o non è stato accordato, fa sanguinare la protagonista fino all’inverosimile.
Un inverno della paura che avvolge i personaggi di questa favola che sembra canzonare gli adulti, immemori del proprio passato di fanciulli e incapaci di dare un senso alle azioni spaventose, di cui sono in principio sgomenti testimoni, e poi inevitabili commentatori.
C’è molto in questo film già culto, le cui battute sono solo la sferza rarefatta della difficile, ma autentica comunicazione tra i due protagonisti, complici di un’anomalia esistenziale capace di riparare ai torti subiti e inventare magicamente, un finale nuovo, alternativo e bellissimo.
Trionfatore al Tribeca e ad un’altra mezza dozzina di festival, Lasciami entrare denota emblematicamente i canoni della cinematografia nordica con le sue distese di riquadri umani, illuminati da un linguaggio ridotto all’essenziale, da ronde notturne in cui l’azione più incredibile, scaturisce improvvisa, dall’immobilità del paesaggio e dagli ampi stacchi della mdp sul volto dei personaggi.
Discorso a parte per la colonna sonora di Johan Söderqvist, lineare e un pò digressiva, che non accentua la trama ma è tutt’altro che accessoria, riproponendo con l’uso del waterphone, sui confronti drammatici dei due protagonisti, le scansioni silenziose e profonde dell’inverno svedese.
Sono scene in cui domina l’elemento dell’acqua: non solo il ghiaccio su cui Oskar reagisce per la prima volta alle violenze subite, o gli scorci innevati dove il tutore di Eli consuma i delitti necessari per la sopravvivenza della giovane, ma ad esempio la piscina, teatro delle vessazioni dei bulli e dell’atto conclusivo del film.
Lasciami entrare è probabilmente diverso rispetto al libro dove alcune parti, compreso il tema della pedofilia -con la caratterizzazione del compagno di Eli- sono completamente omesse. Eppure ci fa sapere l’autore, ex illusionista e conduttore televisivo, che ha ambientato il romanzo nel 1982, quando aveva proprio l’età dei due ragazzi; tutto quello ha scritto è successo davvero, anche se in maniera differente…
Girato a Lulea nel nord della Svezia e non a Stoccolma, il film sarà oggetto di remake nel 2010 da parte della Hammer, che ha affidato la riscrittura e regia di questo piccolo gioiello, al regista de The Yards e Cloverfield, Matt Reeves.
Recensione: splattercontainer.com
I’m A Fucking Dreamer man !