LABYRINTH OF DREAMS [SubITA]

Titolo originale: Yume no ginga
Nazionalità:
Anno: 1997
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller
Durata: 90 min.
Regia: Gakuryû “Sogo” Ishii

Tomiko lavora come controllore di bus in una zona rurale del Giappone. Un giorno riceve una lettera dalla sua amica e collega Tsuyako; quest’ultima pensa che il suo fidanzato Niitaka, conducente di bus, stia progettando di ucciderla. Poco dopo l’arrivo della lettera, Tsuyako muore in uno strano incidente stradale. Niitaka, sopravvissuto all’incidente, viene assegnato come conducente sulla stessa linea dove lavora Tomiko, la quale inizia ad indagare su di lui.

Con questo film probabilmente il regista filma il punto più alto della propria carriera. Il ritmo è più costante e coerente, la è semplicemente superba, la regia perfettamente millimetrica.

Un bianco e nero realmente sorprendente sembra catapultare il film in altri tempi regalandoci, sempre restando in ambito di cinema indipendente giapponese, dei pezzi di bravura fotografica addirittura migliore di quella di Tsukamoto. D’altronde Ishii deve essere un grosso estimatore del cinema delle origini, anche occidentale. Se Electric Dragon 80000V tradiva un evidentissimo nei confronti de Il Vecchio e il Nuovo di Ejsenstejn, questo film possiede una incredibilmente sotto controllo e prepotente che alterna tagli netti a sfumature degradanti. E la protagonista, avvolta in quella varietà di luci e di tonalità di grigi sembra quasi una Lyda Borrelli orientale, una Malombra vittima ma coraggiosamente ribelle.

La vicenda gravita su una chiacchiera locale che parla di un autista di autobus che fa innamorare di sé le ragazze addette alla vidimazione dei biglietti per poi ucciderle in ambigui incidenti. Tutto qua, un pretesto, meno di un’idea bastano per creare un microcosmo che è un vero e proprio universo personale. Un autista, una vidimatrice, un autobus, due interni, alcuni passeggeri, molte strade, un passaggio a livello e un tunnel. Lettere che si scambiano vittime, future potenziali vittime e amiche in una specie di concatenamento più vicino alla leggenda metropolitana che alla realtà. Ma se questo serial killer poi non fosse altro che una possibilità di uscita, sebbene letale, dalla routine di una zona rurale che non lascia a nessuno sbocco emotivo del singolo?

Su tutto si ergono gli attori tra cui, di nuovo, un fedele Asano Tadanobu (Gojoe, Electric Dragon 80000V) che scolpisce l’ennesimo personaggio introspettivo, maledetto e silenzioso, della propria carriera. Un film assolutamente da vedere, per potere finalmente apprezzare in toto il talento di questo grande regista.

Recensione: asianfeast.org

 

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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