LA BELLE NOISEUSE [SubITA]

Titolo originale: La Belle Noiseuse
Paese di produzione: Francia
Anno: 1991
Durata: 238 min.
Genere: Drammatico
Regia:

Sono dieci anni che Frenhofer non dipinge più; e l’ultimo quadro, quello per cui aveva posato sua moglie Liz, è rimasto incompiuto. Ora però nella sua residenza di campagna arriva Marianne, che gli permetterà di portare a termine l’opera.

È un film di grande impegno per Rivette ed è senz’altro una delle sue opere migliori. Presentato al festival di Cannes, ottenne il Gran premio della Giuria mentre la Palma andò a Barton Fink dei Coen, suscitando la delusione di Rivette. Mi sono procurato l’edizione originale di quattro ore, mentre quella ridotta e distribuita in Italia ho preferito non vederla. È un film molto complesso che indaga il mistero della creazione artistica, in questo caso si tratta di pittura ma il parallelo con il cinema è lampante. Oltre a questo tema, il film parla della difficoltà di restare in una coppia, della dell’artista, delle conseguenze nefaste che l’atto della creazione può avere su chi dovrebbe ispirarlo… il tutto in maniera assai leggera ed evitando accuratamente l’ostacolo della noia (però su quattro ore qualche momento di stanca c’è, soprattutto nel sub-plot di Nicolas che entra in e diviene geloso della disponibilità di Marianne verso il Frenhofer). Le immagini curate da William Lubtchansky e riprese principalmente nella località di Assas sono sempre raffinate, anche e soprattutto nelle lunghe scene in cui assistiamo ai disegni e agli schizzi di Piccoli, doppiato dalla mano del pittore Bernard Dufour; il confronto tra Frenhofer e Marianne diviene quasi una lotta, emblematico della tensione che sempre accompagna il cammino dell’artista, dove forse conta più il percorso che non il risultato finale, e infatti il quadro finito non sarà mostrato allo spettatore.

Nel cast sono eccellenti soprattutto Emmanuelle Beart, coraggiosa nella disponibilità al nudo ma anche convincente nelle sfumature psicologiche di Marianne, e un Piccoli che torna a volare decisamente alto come nei film migliori degli anni passati; Jane Birkin è brava e ugualmente molto precisa nell’espressivita’ del personaggio di Liz, mentre gli altri sono piuttosto decorativi come accennato in precedenza. Rigoroso e intelligente, è comunque un film che richiede un investimento di energie non trascurabile da parte dello spettatore; il sonoro è ricchissimo di rumori ma non c’è mai la musica, tranne che sui titoli di testa e di coda.

steno79 – filmtv.it

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By Anam

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