Titolo originale: Inferno bianco
Nazionalità: Italia
Anno: 2007
Genere: Horror, Western
Durata: 82 min.
Regia: Emiliano Ferrera, Stefano Jacurti
Oregon, 1885. Un archeologo di Boston si reca nel West alla ricerca della Valle dei Fossili. Alla spedizione – composta da avventurieri, trapper e pistoleri – si è aggregata anche Peggy, la cugina dell’archeologo, donna spesso soggetta a crisi nervose. Dopo una bufera di neve la spedizione resta bloccata nel bosco. La conseguente perdita di viveri, muli e cavalli, mette in moto accuse e regolamenti di conti nel gruppo. La follia di un sogno spinto all’estremo, le inquietanti presenze tra le montagne innevate, le vendette consumate mentre “qualcosa”, nella Valle dei Fossili, attende l’archeologo, i duri uomini della frontiera portano presto questa spedizione verso una conclusione inaspettata.
Tra le impagabili produzioni indipendenti italiane spunta prepotente Inferno Bianco, pellicola western/horror di Stefano Jacurti ed Emiliano Ferrera. Vincitore del premio Acec al Tentacoli Film Festival di Bologna, il film è stato realizzato tra dicembre e aprile 2007, in cinque mesi durante i quali, ogni week-end, cast tecnico e artistico si ritrovava sulle montagne del Gran Sasso sfidando la nuda montagna e le intemperie di un rigido inverno.
Inferno bianco è un prodotto innovativo, ammirevole e coraggioso, che scavalca – piuttosto agevolmente – tutte quelle limitazioni e confini dentro i quali, da tempo, il cinema italiano di genere ha rinchiuso le proprie potenzialità. Girato interamente in esterni (fatta eccezione di un breve momento di “riparo”) sulle fredde e innevate montagne abruzzesi, questo lavoro è la riproposizione, a pieno titolo, dei vecchi film di frontiera: le atmosfere tipiche del West sono qui ricreate con maestria e fedeltà, figlie di un occhio attento e garbato.
L’incastro perfetto tra la resa professionale del bianco e nero – onesto ed efficace – e lo “sporco” tipico delle riprese in digitale rende l’immagine magnetica e fortemente originale. Un tocco – voluto o meno non è importante – incisivo e caratterizzante. Insomma, tutti gli elementi tipici di questo genere dimenticato fanno mostra di sé, ognuno al posto giusto: pistole, cavalli, cowboy. Non manca davvero nulla. Qualche punto debole c’è – il budget limitato per certi versi dà per altri toglie – ma l’energia, la passione e l’impegno di questi “cowboy italiani” trasudano da ogni inquadratura.
Recensione: bizzarrocinema.it
I’m A Fucking Dreamer man !