FATHER’S DAY (SubITA)

Titolo originale: Father’s Day
Paese di produzione: Canada
Anno: 2011
Durata: 99 min.
Genere: Horror, Commedia
Regia: Adam Brooks,  Jeremy Gillespie, Matt Kennedy

La Troma! Vi dico la verità: sono decorosamente preparato sui loro classici anni ’80, da Toxic Avenger a Killer Condom, e sono arrivato fino allo splendido Tromeo & Juliet, poi ho lasciato perdere. La Troma è un’istituzione, c’è poco da fare. Sono in attività da 40 anni, e il loro film più commerciale contiene un primo piano su un’auto che sfascia il cranio di un 12enne. Questo se per caso non avevate presente il genere. Però, come Corman e forse anche peggio di Corman, non sono esattamente sinonimo di qualità: da una parte c’è la loro produzione diretta interna, i film ambientati a Tromaville per intenderci, caratterizzati da sane dosi di ultraviolenza e uno spirito anarchico e goliardico non per forza per tutti i gusti ma spesso disarmante; dall’altra ci sono i film che comprano in giro, spesso a costo zero, per poi rimontarli, a volte ridoppiarli, e rimpacchettarli con un titolo più “tromatico” (tipo Surf Nazis Must Die) per venderli a chiunque ci casca. In quest’ultimo caso spuntano occasionali chicche (Cannibal The Musical degli allora esordienti Matt Stone e Trey Parker), ma si tratta per lo più di ciofeche pazzesche (tipo Surf Nazis Must Die).
Venerdì scorso qua a Londra si è tenuta una piccola maratona Troma presenziata dal Lloyd Kaufman in persona, co-fondatore insieme a Michael Herz e uomo-immagine ufficiale. Lloyd è un simpatico vecchiettino che pare il fratello minore di Mel Brooks, farfallino, battuta pronta ed espressività da cartone animato. Durante l’intervista, in mezzo all’ovvio populismo sul cinema indipendente e sul come “se ce l’ho fatta io ce la può fare chiunque”, sono spuntati anche aneddoti interessanti. Innanzitutto l’idea geniale di andare in controtendenza e girare un remake di Class of Nuke’em High per meno soldi di quanto era costato l’originale. Poi il fatto che, nonostante una carriera basata su film che hanno sfidato qualsiasi tabù, anche Lloyd abbia i suoi limiti e tiri una linea prima del classico del sadismo Bloodsucking Freaks, il primo film che la Troma acquistò nel ’76 ma che oggi – nonostante un ottimo successo di culto – Lloyd non comprerebbe. E infine il modo con cui battezza l’odierna moda di scimmiottare i film di serie B con mezzi e budget platealmente superiori: “finché lo fa gente di talento, come Tarantino o Rodriguez, sono tranquillo che per quanto possa sembrare un controsenso ne esca come minimo qualcosa di interessante”.

Ma a noi (cioè a voi) interessa il programma della maratona. Nello specifico, vi interessa sapere che, piazzato a a sandwich fra due classici immortali quali Class of Nuke’em High e Toxic Avenger, c’era un nuovo film targato Troma, intitolato Father’s Day.
La storia di questo Father’s Day è semplice e non nuova di questi tempi: un collettivo di filmmakers battezzatosi “Astron-6” (Miglior Nome di Collettivo EVER, Wu-Ming Puppa La Fava) gira un trailer finto. Si tratta della solita puttanata vintage trash con finta pellicola graffiata ecc… guardate, non ve lo faccio neanche vedere. Davvero, non cercatelo, vi rovina il gusto. Comunque: Lloyd Kaufman lo vede e, in un impeto di insolita generosità, offre agli Astron-6 $10.000 (diecimila dollari) per farci un film intero. I ragazzi prontamente accettano. A me onestamente il risultato interessava talmente tanto che non solo non sarei mai andato alla maratona se fosse stato solo per lui, ma sarei entrato dopo, o me ne sarei andato prima, se non fosse che per l’appunto l’avevano furbamente incastrato in mezzo. Per cui tant’è.
Father’s Day parte relativamente piano. C’è un serial killer in città, e il suo nome è Chris Fuchman. La sua metodologia è semplice: lui attacca padri, li stupra e li ammazza. Lo so che suona un po’ generico come target, ma è così. Tutto ciò ci viene immediatamente mostrato con la tipica timidezza della Troma (spoiler: è sarcasmo). La sua ultima vittima è il di Twink, un giovane marchettaro sbandato, che viene prontamente interrogato dalla polizia. Twink viene poi avvicinato da Padre John, un giovane prete anch’egli interessato a trovare il serial killer, e fin qua pare un normale thriller, discretamente grezzo ma serio e parecchio violento. Ma quando Padre John attraversa il mondo per andare a reclutare Ahab, un vigilante solitario con un conto in sospeso con Fuchman, iniziano gli improvvisi lampi di humour demenziale, prima magistralmente dosati per cogliere in controtempo, poi sempre più insistiti.
Vi ricordate quando eravamo contenti che Hobo With A Shotgun fosse una grezzata onesta chiaramente ispirata dalla Troma? Father’s Day lo fa sembrare uno scherzo per ragazzini. Violenza? Abbondante. Non cartoonizzata come nei film di Toxie, ma pesante, e felice di sfidare svariati tabù. Quanto pesante? A un certo punto un tizio in sala non ce l’ha fatta e ha urlato “Awww for Christ’s sake!!!”. E vi parlo di un tizio in terza fila a una maratona Troma, mica di un ignaro sensibile intellettuale infilatosi a vedere il film sbagliato in programma a Cannes. Che a pensarci non mi era mai capitato del genere, e dire che in sala ci ho visto i vari Martyrs, Human Centipede e compagnia. Ci sono nudi, sia femminili di spogliarelliste che maschili di padri inchiappettati senza pietà dall’orribile Fuchman. Ma soprattutto c’è un crescente delirio totale che porta la trama nei posti più assurdi, frullando influenze che vanno da Bunuel a Bill & Ted, passando per Dario Argento, South Park, Carpenter e la sci-fi televisiva povera dei primi anni ’80 e troppe altre cose per nominarle tutte. Il tutto mai come citazionismo fine a se stesso ma a servizio di una visione personale , in un tripudio di effetti speciali rigorosamente fisici, sequenze in stop motion incluse. E, grazie a un cast affiatatissimo i cui ruoli principali sono ricoperti da membri degli Astron-6, il qui presente si è ritrovato più di una volta a piangere dal ridere.
Father’s Day prende la tradizione della Troma e la porta agli estremi e oltre con tecnica spesso acerba, ma senza la minima traccia di pigrizia e soprattutto con vera ispirazione.
Non fosse che hanno un nome che mi ricorderei comunque tutta la vita anche se il film mi avesse fatto schifo, io mi segnerei gli Astron-6.
Chi l’avrebbe detto.
L’unico dubbio? Non ci credo che una lavorone del genere sia costato appena $10.000.
(i400calci)

Guarda anche  DECODER [SubITA]

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