Titolo originale: Doomed Love
Paese di produzione: USA
Anno: 1984
Durata: 75 min.
Genere: Drammatico, Musicale, Visionario
Regia: Andrew Horn
Depresso dopo aver perso la sua amata molto tempo fa, Andre visita uno psichiatra. Mentre è nella sala d’aspetto del dottore, stringe un’amicizia con Lois, l’addetta alla reception del medico, e più tardi con il marito di Lois, Bob. Sebbene la coppia voglia aiutare Andre a riprendersi dalla sua depressione, Andre non riesce a togliersi di dosso il passato.
Il pittore Bill Rice (SUBWAY RIDERS, THE VINEYARD) recita nel ruolo di Andre, un anziano professore di letteratura romantica che decide, nel triste passaggio introduttivo del film, di suicidarsi dopo aver perso l’amore della sua vita.
“Puoi dire quello che vuoi sul passato / Penso che sia vero / Ma, non prestare attenzione non è essere immuni / Penso che sia vero / Potrebbe essere finito / Ma non è finito / Dove l’ho visto prima? / Credimi / Molti dei nostri sogni più cari … / Credimi / Molti dei nostri sogni più cari hanno una vita propria / Dove l’ho visto prima? Guardati intorno / Guardati intorno / Credimi / Potrei davvero lasciarmi andare / La storia mondiale delle emozioni / Non conosci i nomi / Ma ricordi le storie. “
“La vita va avanti, per così dire:” Le vignette di Horn di Andre e Lois – intrappolate in uno stato di fantasticheria paralizzante, e rispettivamente sposate di recente con Bob (Allen Frame) – giocano contro fondali 2D sbalorditivi montati nel Lower East Side’s Millennium Film Workshop in cui è stato girato DOOMED LOVE.
“DOOMED LOVE è stato il mio primo lungometraggio. È stato realizzato nel mezzo di quello che all’epoca era il Cinema New Wave, ma invece dell’East Village stavo prendendo spunto da Daniel Schmid e Werner Schroeder. Volevo fare un’opera – senza molta conoscenza di cosa fosse l’opera – ed è diventata un musical. Volevo rendere qualcosa di mitico e solo successivamente ho scoperto quanto fosse personale. Volevo che fosse su larga scala, che potesse svolgersi solo in uno spazio limitato e artificiale. In quei giorni volevamo perversamente alienare il pubblico e sfidarlo ad andarsene. In ciò (per fortuna) ho fallito miseramente. ”- Andrew Horn