BRAMAYUGAM (SubITA)

Titolo originale: Bramayugam
Paese di produzione: India
Anno: 2024
Durata: 139 min.
Genere: Drammatico, Thriller, Horror
Regia: Rahul Sadasivan

Nel XVII secolo, tra le ombre delle piantagioni di Kerala, un cantante di casta oppressa, Thevan, fugge verso una casa ancestrale, la mana, in cerca di salvezza. Qui abita Kodumon Potti, un patriarca austero che osserva il potere come una divinità incartapecorita, insieme al suo cuoco fedele. Ma il rifugio è una trappola sacra: miti ancestrali, creature del folklore malayalam — come Yakshi e Chaathan — e forze ancestrali si aggrovigliano come radici velenose sotto le pareti bianche e nere. Bramayugam non è un fantasma: è il respiro dell’oppressione che torna a reclamare il presente.

Non aspettarti un horror qualsiasi: Bramayugam è un rituale noir, una visione che pulsa di sangue metabolizzato da un’ossessione ancestrale. Rahul Sadasivan trasforma il bianco e nero in icona spirituale, dove la luce diventa lama e l’ombra cattedrale tombale della coscienza. Mammootty, vestito di cenere, incarna un demone paterno che non uccide: consuma.

La mana non è solo un set: è il cuore cavo di una divinità dormiente. Essa respira tra stanze tutte centimetro di silenzio, dove ogni cigolio è atto di tradimento. La pioggia non cade: sacrifica. La messa in scena è uno specchio roso dal tempo, dove la fatiscenza diventa sacralità.

Mammootty nella scena iniziale basta un primo ciak. La sua presenza non interpreta: possiede. Nel ruolo di Kodumon Potti, è un oracolo ostinato, un sé scolpito nel silenzio e nell’arroganza divina. Arjun Ashokan come Thevan è ombra impastata di ribellione e paura. E Sidharth Bharathan, il cuoco, è il coro distorto di colpe antiche.

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La colonna sonora di Christo Xavier è un coro ancestrale di strumenti fatti con l’inventiva di sciamani: waterphone, secchi, corde sospese, didgeridoo in fusione rituale. Suoni che non accompagnano: possiedono.

Il film non racconta potere: lo disseca. Non mostra mostri: li evoca nel profondo. Le allegorie filosofiche — corruzione, casta, dominio patriarcale — sono schegge che trapassano lo schermo e si conficcano nel tuo torace.

Un utente su Reddit scrive:

“It is like an A24 movie… similar to The Witch (2015), The Lighthouse (2019)… Please check out the trailer.”

Effettivamente: è la versione malayalam del cosmo oscuro, dove l’elegia del mito si trasforma in agguato ontologico.

Tech & atmosfera sono sopraffine: cinematografia da mantra, effettistica folclorica che scivola nel corpo, editing che ti contorce la retina. Il potere del silenzio qui sovrasta la parola.

Il pubblico lo ha capito: presente al box office con oltre 85 crore, tra i horror più visti del 2024 e secondo su Letterboxd tra i migliori horror globali dell’anno.

 

By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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