A RECORD OF A SWEET MURDERER [SubITA]

Titolo originale: Aru yasashiki satsujinsha no kiroku
Paese di produzione: Giappone, Corea del Sud
Anno: 2014
Durata: 88 min.
Genere: Thriller, Horror
Regia: Kôji Shiraishi

Dopo averci spaventato con Noroi, e dopo aver sconfinato nell’estremo con Grotesque, Koji Shiraishi, sottovalutatissimo regista giapponese, ci regala una nuova pellicola totalmente fuori di testa che si impone nel sottogenere mockumentary, regalando allo spettatore 100 minuti adrenalinici con un crescendo che difficilmente verrà dimenticato.

La trama del film ci racconta di un personaggio molto controverso, un uomo scappato da un istituto psichiatrico, che uccide perché “glielo ha detto dio”, un dio che ha promesso di riportare invita la sua amica, morta in un incidente quando era piccola, in cambio di 27 anime. Per documentare questo miracolo, l’uomo coinvolge la sua vecchia amica reporter ed il suo cameraman, chiamati dal serial killer per far vedere al mondo quello che é il disegno di Dio per lui.

Koji Shiraishi si avvale della collaborazione di attori Sud Coreani per creare quello che per me, ad oggi é il miglior found footage mai girato.

Il film regala non solo un villain incredibilmente folle, ma anche 84 minuti tesissimi che inchiodano lo spettatore alla poltrona grazie ai continui picchi di violenza e follia del protagonista, capace di reggere su di sé il peso dell’intera pellicola con una prestazione straordinaria. Lo stesso regista giapponese interpreta il Cameraman costretto a girare questo servizio maledetto senza mai staccare le riprese, la peculiarità di questo film sarà infatti questa, l’essere girato in un unico piano sequenza. Oltre alla convincente prestazione di tutti gli interpreti, A Record Of A Sweet Murder può vantare un finale assolutamente sorprendente che racchiude in esso tutta l’essenza della cultura horror Giapponese fatta di colpi di scena clamorosi e voglia di distaccarsi da quello che é l’ordinario per creare qualcosa di magari non appetibile al grande pubblico, ma sicuramente clamoroso e roboante, destinato a far parlare di sé.

Unire insieme il sottogenere estremo a quello più canonico del mistico e paranormale non é sicuramente cosa da tutti, ma Koji Shiraishi riesce nel suo intento regalando quello che ad oggi é il found footage più avvicente ed esaltante, coraggioso nel creare una strana empatia nei confronti del serial killer e assolutamente sorprendente per quello che riguarda la messinscena, originale e degna di fare parte dell’olimpo del cinema di genere. Vergognosamente ancora inedito nella nostra nazione, A Record Of A Sweet Murder é, a tutti gli effetti, un horror da scoprire e riscoprire, capace di ridare tempra ad un sottogenere che ormai non ha più molto da offrire.

recensissimo.com

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By Anam

I'm A Fucking Dreamer man !

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