A BRIDE FOR RIP VAN WINKLE [SubITA] 🇯🇵

Titolo originale: Rippu Van Winkuru no hanayome
Nazionalità: Giappone
Anno: 2016
Genere: Drammatico, Sentimentale, Thriller
Durata: 179 min.
Regia: Shunji Iwai

 

Nanami, giovane senza parenti – a parte i genitori divorziati – è una insegnante di scuola superiore fidanzata con un uomo incontrato su un social media. Con l’avvicinarsi del matrimonio, ha bisogno di trovare la sua parte di invitati. Trova così l’aiuto di Amuro, che assume un gruppo di attori a cui far recitare la parte dei suoi familiari. Una volta sposata, Nanami lascia l’insegnamento per una vita casalinga ma la sua pacifica esistenza viene sconvolta dal ritorno di Amuro, che le comunica il del marito. Con un matrimonio che si disintegra rapidamente, Namani si ritrova di nuovo single e con un disperato bisogno di soldi. Ancora una volta sarà Amuro a intervenire in suo soccorso, trovandole un lavoro come domestica in una bella villa quasi vuota, abitata dal custode Mashiro e popolata da una varietà di creature marine velenose. Con il passare del tempo, il rapporto tra Nanami e Mashiro prenderà una direzione inaspettata.

Il ritorno di Shunji Iwai al cinema dopo la parentesi animata e il mordi e fuggi disastroso con il cinema occidentale è un viaggio che ha come protagonista una giovane insegnante part time dalla voce sottile.

Condotta per mano nelle sue peripezie da una figura che risulta un mix tra Virgilio ed il Mefistofele di Goethe si troverà ogni volta a perdere tutto, per poi risorgere.

Il viaggio raccontato con quell’eclettismo tecnico che ha fatto di Shunji Iwai uno dei più apprezzati cineasti, varia tra uso di handycam, carrellate in ralenti, ambientazioni di interni e ariosi quadri che contemplano la città.

Un viaggio che sottolinea la di integrazione della ragazza in una altamente conformista come quella giapponese, dove il matrimonio è d’uopo, dove è fondamentale al più apparire, e dove spesso si mette il proprio io al servizio di una collettività rinnegando se stessi.

Il primo di questi tasselli per essere persone socialmente utili è sposarsi, un obbligo arrivati ad una certa età, e la nostra si sposerà trovando il suo accolito online. Ma questo è solo l’inizio di una valanga di obblighi, dalle famiglie che devono essere socialmente rispettabili, cioè non divorziate, e socialmente integrate, cioè avere una certa quantità di parenti. Tutte situazioni che la nostra non ha e che arrangerà con la figura del mentore che si farà chiamare come personaggi di una saga di Gundam.

Il secondo tassello è il lavoro al femminile, da accantonare una volta che la donna si sposa, cosa che la nostra asseconderà pur di trovare apprezzamenti da parte della famiglia del marito.

Il terzo tassello è rappresentato da chi cerca di diventare un individuo, e questa è rappresentata dalla conturbante amica-amante della protagonista, che la scritturerà come cameriera una volta che la nostra si troverà senza più nulla. L’essere se stessi ti allontana da tutti e da tutto, ma nel momento del massimo bisogno, cioè il sopraggiungere della morte la paura della solitudine ti devasta.

La protagonista passerà tutti questi ostacoli per infine giungere ad una sua stessa dimensione, rappresentato dal filo conduttore del suo insegnare online ad una ragazzina che piano piano uscirà dal suo guscio costruito per rigettare la che la spaventa. E proprio l’esempio di questa donna che senza mai alzare la voce, senza mai farsi schiacciare dalle angherie, senza mai smettere di vivere la sua vita, le dimostrerà che in quel mondo basta essere se stessi per non sparire.

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Recensione: adestdellacinepresa.wordpress.com

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By Anam

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